SHARRYLAND
Schignano, tra carnevale ed espressioni
Secolari tradizioni ai piedi del Sasso Gordona
Dov'è
Il Carnevale di Schignano è un evento tradizionale in Val d'Intelvi che ogni anno regala al paese ad a tutti i suoi visitatori una divertente ed emozionante lotta sociale tra «Brut e Mascarun». Lo spettacolo ha inizio la mezzanotte tra il 5 e 6 gennaio e da quel momento è un susseguirsi di preparativi che sfoceranno poi nelle sfilate e nei cortei di febbraio e marzo, seguendo il rito romano.
Le maschere del carnevale
Accompagnati dalle note della Fughéta, la tradizionale bandella di paese, dietro enigmatiche maschere scolpite a mano nel legno, i «Brut» catturano l'attenzione dei numerosissimi presenti con balzi, cadute ed abiti smessi e sfilacciati, che richiamano uno stile di vita umile. Portano addosso pesanti campanacci, alcuni hanno in spalla il gerlo, altri trascinano una vecchia valigia. Talvolta si muovono lentamente, talvolta corrono disordinatamente, alcuni ignorano il pubblico, altri si avvicinano e accarezzano le persone con stracci sporchi e bagnati.
Abiti vezzosi e colorati, pizzi, merletti e pancione gonfio (il butasc), un'andatura calma e retta conferiscono, invece, eleganza e nobiltà ai Mascarun (i Bei). Sulle spalle portano uno scialle ed alla cintura legano quattro campane in bronzo sotto una balza di pizzo. A guidare le sfilate sono due misteriose figure enigmatiche, i «Sapeur», vestiti con abiti in pelle di pecora e con il volto dipinto di nero, aprono e sorvegliano il corteo subito dopo il «Sigurtà », maschera che rappresenta il garante della sicurezza, accompagnato da mantello e bastone. La sola maschera parlante è quella della «Ciocia», moglie e serva del «Mascarun», tassativamente rappresentata da un uomo che, con il volto sporco di fuliggine e zoccoli di legno, si aggira tra i presenti lamentandosi della propria condizione di servitù.
Il rogo del Carnevale
In mezzo a tutte queste pantomime, un altro atto dei festeggiamenti viene messo in scena in Piazza San Giovanni ad Occagno. Proprio qui è appeso il «Carlisep», un fantoccio che rappresenta il Carnevale, destinato ad essere mandato al rogo alla mezzanotte del martedì grasso, non dopo aver tentato di fuggire invano in una rocambolesca corsa tra la folla ed i vicoli.
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