SHARRYLAND
Dov'è
Cos'è e dov'è
Sant'Ambrogio è il quartiere ai piedi del Sacro Monte che agli inizi del ‘900 ha visto la costruzione di molte case di villeggiatura. È qui che si colloca il parco Toeplitz, tra i più grandi e insoliti della città. È di gusto eclettico, capace di unire elegantemente il giardino simmetrico alla francese con influssi italiani, il parco romantico all’inglese, i giardini rinascimentali, il bosco e il castagneto. Ancora oggi le fontane e canalette di gusto orientale animano il paesaggio con esotici giochi d’acqua. Tanta bellezza e varietà in un unico giardino non lasciano scelta: bisogna visitarlo.
Perché è speciale
È un luogo affascinante dal valore architettonico, ambientale e paesaggistico. Le geometrie dei giochi d’acqua voluti dalla signora Toeplitz si ispirano ai giardini indiani di Babar, il «padre dei giardini», e di Jahangir, entrambi imperatori della dinastia Moghul, creatori di opere che lei stessa aveva visitato durante i viaggi nel Kashmir e nell’India del Nord. Il Parco ha sofferto l’incuria del tempo ma ha saputo resistere, rinascendo e pur trovandosi all'interno della città, ne è avulso, lontano ed esotico: uno spazio verde immerso nella storia di chi lo ha progettato, vissuto e visitato.
Da non perdere
Il parco conserva le strutture che ospitarono la famiglia Toeplitz, gli ospiti e il personale. Tra queste la regina è la Villa, un connubio eclettico di richiami neoclassici, di stile lombardo nei mattoni a vista e di leggerezza liberty. Oggi la dèpendance è sede del Museo Etno-Archeologico Castiglioni che racconta la storia dei due fratelli esploratori, pionieri dell’etnologia e dell’archeologia. È un ricco e interessante percorso che parla di un'Africa lontana e primitiva: invita al viaggio di scoperta di culture diverse attraverso la vita di due grandi studiosi ed esploratori del ‘900.
Un po' di storia
Toeplitz, polacco, era il direttore della Banca Commerciale Italiana che voleva portare il benessere in una società in rinnovamento. Acquistò la Villa nel 1914 per adattarla al gusto suo e della moglie Edvige Mrozowska. Insieme a lei, Duse della Polonia, ballerina ed esploratrice, diede lustro alla residenza che volle arricchire con telefoni sparsi nel verde, con un roccolo e una torre astronomica realizzata con l’aiuto del direttore del Planetario milanese. Nel ‘38 Toeplitz morì e la moglie vendette a una famiglia di Legnano, proprietaria fino agli anni ’60, quando passò al Comune di Varese.
Curiosità
Furono molti i personaggi illustri che godettero dell’ospitalità dei signori Toeplitz. Fra di loro si ricordano esponenti di casa Savoia, il Conte di Torino, compositori polacchi, noti imprenditori come l'ingegner Puricelli (a cui dobbiamo il tratto di autostrada tra Varese e Milano, il primo al mondo inaugurato nel settembre del 1924), gli Agnelli, i Falck e Matilde Serao. Si vocifera sia passato da qui anche D'Annunzio. Quel che è certo è che il regista Cesare Canevari scelse la villa e il parco per girarvi alcune delle scene del film del 1968 «Una Iena in Cassaforte».
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