Villa Necchi-Campiglio, Milano
Un'occasione per sbirciare nella vita della borghesia di inizio Novecento
Dov'è
Cos'è e dov'è
Villa Necchi-Campiglio, costruita negli anni Trenta dall'architetto Piero Portaluppi (autore anche del restauro della chiesa di Santa Maria delle Grazie), è un vero gioiello architettonico, un concentrato di stile ed eleganza. Oggi appartiene al FAI - Fondo Ambiente Italiano ed è tra le quattro case-museo di Milano insieme al Museo Bagatti Valsecchi, Casa Boschi di Stefano e il Museo Poldi Pezzoli.
Perché è speciale
L'aspetto più sorprendente della Villa è sicuramente la sua modernità: ci sono dettagli che la fanno sembrare più che contemporanea, come le porte scorrevoli in ferro e in legno, la doccia multigetto antesignana dell'idromassaggio, i punti luce disposti sopra i mobili, gli armadi tipo Pax dell'Ikea!
Da non perdere
Preziose (e perfettamente conservate) le rifiniture, come il pavimento in noce che ricopre all'incirca 500 metri su ogni piano. L'aspetto più emozionante, però, è "sbirciare" dentro alle vite mondane dell'alta borghesia d'inizio Novecento, a partire dai guardaroba ancora intatti e pieni di charme.
Un po' di storia
La dimora dei Necchi (famoso marchio di macchine per cucire) fu fatta costruire tra il 1932 e il 1935 e divenne la casa di tre persone: le sorelle Nedda e Gigina Necchi, più il marito di Gigina Angelo Campiglio. I tre diedero all'architetto Portaluppi pieno mandato, ossia di poter progettare e costruire la casa senza limiti di budget: il sogno di qualunque architetto! E i risultati di tanta libertà sono stati evidenti sin da subito: questa era una vera e propria villa di campagna nel centro di Milano (che all'epoca era decisamente più verde di adesso), con tanto di campo da tennis e piscina riscaldata, la prima di privati in città.
Curiosità
La famiglia ha abitato qui fino al 2001 e, non avendo eredi, ha lasciato l'abitazione al FAI. Come se tanta bellezza non bastasse, ad arricchire la casa ci sono anche numerosi dipinti, sculture e arredi acquistati all'epoca dai Necchi Campiglio o donati successivamente al FAI, come la collezione del primo Novecento della gallerista Claudia Gian Ferrari e la raccolta di arti decorative del XVIII secolo di Alighiero ed Emilietta De Micheli. Si parla di sculture di Arturo Martini e Adolfo Wildt, quadri di Morandi e De Chirico (ce n'è anche uno del figlio di Luigi Pirandello, Fausto), e disegni di Matisse, Picasso e Modigliani!
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