Villa dei Vescovi
Una collina così accogliente che forse perfino Tito Livio ne ha fatto la sua casa
Dov'è
Cos'è e dov'è
Una villa veneta molto particolare sulla cima di un piccolo monte a Luvigliano di Torreglia. Ci si arriva dal centro di Torreglia, percorrendo una strada laterale sulla destra con dolci sali e scendi, leggere curve, vigneti e piccole case ai lati. Già da lontano si individua la bella mole di questa villa, come se facesse da corona al rigoglio circostante. I vescovi padovani venivano in Villa per la villeggiatura per godersi la salubrità dell‘aria e per allontanarsi dall’intenso lavoro nella città patavina.
Perché è speciale
Già da lontano ci si rende conto che il modo in cui architettura e giardini sono stati integrati nel paesaggio enfatizza con maestria il connubio tra l’ambiente, la cultura veneta e quella romana che all’inizio del Cinquecento si irradiava da Roma verso le altre città. Il senso di pace generato da questa unione, unito al piacere di sedersi sulle poltroncine delle due logge per qualche minuto ci fa sentire a casa. Spesso i giornali del giorno sono appoggiati sui tavolini, e ciascun visitatore può gustarsi la lettura nel salotto che arte e natura insieme ci donano.
Da non perdere
La villa oggi appartiene al FAI, che ama renderla viva attraverso vari eventi. Ci sono giornate con picnic nel parco, mercatini dell’artigianato, dei fiori e delle piante, momenti per fare yoga tra gli alberi, aperitivi ed anche eventi privati. Però, se si sceglie di visitare la villa quando è semivuota, i temi affrescati sulle sue pareti suggeriscono riflessioni profonde; quando poi, scendendo le scalinate, vi ritrovate subito immersi nel frutteto o nel vigneto e lentamente raggiungete la zona del laghetto, la magia è assicurata.
Un po' di storia
Nel Medioevo i Vescovi di Padova possedevano questo terreno dove sorgevano una chiesetta, un cimitero e un castelletto. Nel Quattrocento si fecero dei lavori per separare le zone sacre da quelle abitative, e il castelletto divenne una vera e propria villetta per l’ozio, con canoni di un’architettura mista ispirata all'antica Roma e allo stile veneto. Nei secoli le esigenze della villa cambiarono e i locali interni furono adattati. Nella seconda metà del XX sec. tutto il complesso venne venduto alla famiglia Olcese, che la restaurò ed abitò per poi donarla nel 2005 al FAI.
Curiosità
Si dice che il nome Luvigliano possa derivare da Livianum: si ritiene che si trovasse qui la casa sui colli euganei del rinomato storico romano Tito Livio. I vescovi quindi avrebbero costruito un edificio in stile antica Roma con impluvium interno (oggi non più visibile), logge ed affreschi alla romana, proprio per mantenere vivo questo ricordo.
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