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Tolentino
Dalla Torre dell'Orologio, ben tre quadranti segnano i tempi e le molte vite di questo borgo
Dov'è
Cos'è e dov'è
Lasciando Civitanova Marche ci addentriamo verso le zone interne della provincia di Macerata per una strada che, dritta come un fuso, s'incunea fra le colline sempre più alte e stratificate. D’un tratto si apre la vista su una cittadina posta su un’altura: il centro storico rannicchiato sul colle e abbracciato da mura medievali, con nella piazza centrale un'insolita Torre dell'Orologio dai molti quadranti, simbolo della città. Siamo Arrivati a Tolentino.
Perché è speciale
Tolentino è apprezzata per il suo fermento culturale, che spazia dalla poesia alla scultura, dall’architettura all’arte visiva ed eccelle nella musica e nel teatro. Due i poli delle arti sceniche: il prestigiosissimo Teatro Nicola Vaccaj (intitolato al musicista e compositore tolentinate del XIX secolo) dove ha sede la Compagnia della Rancia e il centro polifunzionale Politeama. Da non perdere il Museo internazionale dell'umorismo nell'arte (MIUMOR), con la sua Biennale.
Da non perdere
Dal 2008, ogni due anni, nel mese di ottobre si tiene la «Tolentino Expo», una grande vetrina delle attività produttive locali. Dopo gli eventi sismici del 2016 la manifestazione si riveste di un significato più profondo: il rilancio dell'economia di una comunità che non si arrende e si vuole rialzare.
Un po' di storia
Nel 1166, sotto la Marca d'Ancona, la città conosce il suo primo grande sviluppo, tanto da diventare un organismo comunale capace di assorbire castelli e borghi vicini, come Urbisaglia e Belforte del Chienti. Dopo il periodo travagliato e di dominazione dei Da Varano, con l'uccisione nel 1434 del capitano delle truppe pontificie si aprì un periodo ancora più oscuro, fatto di intrighi e lotte di potere che perdurarono fino al 1585. Papa Sisto V intervenne personalmente nelle tristemente note vicende di Tolentino e la elevò a città e diocesi.
Curiosità
Tolentino ha dato i natali a un grande personaggio dell'umanesimo letterario del XV secolo: Francesco Filelfo. Qui lo scrittore, apprezzato dalle principali signorie ed università dell'epoca, trascorse la sua giovinezza, e la città lo ricorda intitolandogli strade e luoghi pubblici, come la bella Biblioteca Filelfica, dei primi anni del XIX secolo. In un vicoletto, una vecchia porta di legno sovrastata da un piccolo arco di pietra segna l'ingresso a quella che forse fu la casa di Filelfo.
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