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Tesori d’esperienza: la limonaia della Malora
Giardini d’agrumi alla gardesana: segreti e poesia dell’ultima coltura a misura d’uomo
Dov'è
Cos'è e dov'è
È una serra unica nel suo genere, adattata alla coltivazione degli agrumi, a cielo aperto d’estate e coperta d’inverno: la limonaia gardesana si sviluppa a terrazze con una struttura mista a pilastri di pietra e travature in legno di castagno, capaci di sostenere pannelli verticali finestrati e assiti di copertura. All’interno, le piante di limone, coltivate a piena terra, vengono portate ad altezza inusitata, fino a sei-sette metri, i rami sostenuti da un’incastellatura di legno, di modo che ciascuna possa reggere anche qualche migliaio di frutti.
Perché è speciale
La limonaia della Malora è una delle ultime limonaie gardesane a conduzione rigorosamente tradizionale. Il merito del suo mantenimento spetta a Giuseppe Gandossi, che ne è proprietario da oltre quarant’anni, e del figlio Fabio, che lo affianca nelle attività necessarie per garantirne inalterata la produttività. La coltivazione rispetta i canoni del tempo andato, quando la chimica non aveva ancora ruolo in agricoltura. Una produzione a misura d’uomo, nel vero senso della parola, visto che le limonaie avevano dimensioni commisurate alla forza lavoro della famiglia che abitava nel rustico adiacente.
Da non perdere
Ben visibile dalla strada rivierasca, la limonaia è aperta alla visita, che parte dal rustico, edificato in fregio a un ruscello e dotato di un mulino idraulico. Poi si entra nella limonaia vera e propria, disposta su tre livelli scanditi da muri di pietra a secco: per tre quarti dell’anno è un frutteto pervaso dal profumo degli agrumi; poi, nell’imminenza del gelo, diventa una sorta di giardino d’inverno. Infine si raggiunge il casello, una costruzione a torretta dove vengono riposti i tamponamenti vetrati e le assi di copertura, oltre che gli attrezzi per la coltivazione e la raccolta dei frutti.
Un po' di storia
La coltivazione degli agrumi lungo la sponda occidentale del Garda è documentata fin dal Cinquecento e nel tempo ha assunto carattere di coltura intensiva, al punto da trasformare il paesaggio di alcuni tratti della costiera bresciana in una limonaia senza soluzione di continuità. Ai primi dell’Ottocento la produzione complessiva ammontava a diversi milioni di pezzi, che avevano sbocco commerciale soprattutto lungo l’asse dell’Adige e dell’Inn verso il cuore dell’Europa. Poi, con l’Unità d’Italia, la produzione gardesana ha risentito della concorrenza della Sicilia e ha vissuto una crisi irreversibile.
Curiosità
Lungo le sponde del Garda si è acclimatata una pianta tipicamente mediterranea, il cappero (Capparis spinosa), piccolo arbusto da rami ricadenti e dalla generosa fioritura bianca, che spesso spunta dalle fessure dei muri in pietra a secco. Lo si trova anche all’interno delle limonaie, a ricordo del tempo in cui veniva coltivato per rifornire i mercati del Nord Italia, prima che diventasse conveniente importarli dalla Sicilia.
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