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Terme Berzieri, capolavoro Art Déco
Il rito delle acque alle Terme Berzieri di Salsomaggiore, sfavillante cattedrale della Belle Epoque
Dov'è
Cos'è e dov'è
Dalla Via Emilia, raggiunta Fidenza, si imbocca la valle dello Stirone lungo la strada che sale tortuosa in Appennino avendo come meta il castello di Bardi (m 625). Questa può essere la cornice di una gita che tuttavia non può prescindere dalla sosta a Salsomaggiore Terme, piccola capitale delle acque, assurta a fama internazionale ai primi del Novecento. A testimoniarlo è il sorprendente tono delle numerose architetture realizzate in quegli anni, facendo proprie le espressioni più esuberanti ed esotiche dell'estetica Liberty.
Perché è speciale
Fulcro della ville d'eau è il maestoso edificio delle Terme Berzieri, cui si accede attraverso portali e scaloni degni di una reggia, abbagliati da una decorazione esorbitante, chiaramente ispirata ai palazzi dell'antica Babilonia. L'apparato decorativo si deve per lo più al fiorentino Galileo Chini (1873-1956), vero genio della ceramica smaltata, cui venne affiancato per le parti dipinte il cremonese Giuseppe Moroni (1888-1959), autore del trittico della controfacciata raffigurante la dea Igea con le sue ancelle.
Un po' di storia
Dal nome di una località spesso traspare la sua storia. Così è per Salsomaggiore, nota fin dall'antichità per le acque fortemente mineralizzate estratte da una profonda falda 'fossile'. Portate alla superficie e fatte evaporare, per secoli hanno fornito un sale di grande pregio, ideale non solo per la tavola quotidiana ma anche e soprattutto per quel comparto salumiero che tra Parma e Piacenza ha raggiunto livelli da primato. Un sale purissimo e candido, definito 'niveo' anche per la sua delicatissima consistenza.
Curiosità
Tra Fidenza e Salsomaggiore le acque dello Stirone scorrono in un fondovalle di singolare natura geologica. Ne risultano sponde quasi verticali, favorevoli alla nidificazione di un uccello migratore, il gruccione (Merops apiaster) che giunge in maggio dall'Africa e ai primi di settembre è già sulla strada del ritorno. Una meraviglia: livrea multicolore e becco ricurvo con cui cattura al volo vespe e libellule. Presente in numerose colonie, è diventato il simbolo del parco naturale che ne tutela l'habitat.
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