SHARRYLAND
Dov'è
Cos'è e dov'è
Siamo a Camposampiero, luogo che vanta memorie della presenza di Sant’Antonio. Poco lontano dal Santuario della Visione, un viale fiancheggiato da alberi di noce conduce ad un secondo edificio religioso. A prima vista, si tratta di una chiesetta sobria ma elegante, con il suo pronao leggero e tre guglie, due laterali e una centrale. Quest’ultima custodisce una statua di Sant’Antonio.
Perché è speciale
In questo luogo nel Duecento, c'era un albero di noce, particolarmente caro a Sant’Antonio. La particolarità di questo albero sta nel fatto che vi si costruì un giaciglio che consentiva ad Antonio di riposare e di mantenere i contatti con i molti fedeli che lo cercavano. Il santuario indica e custodisce il luogo che ospitò il Santo e che fu per lui un riparo, quasi una casa. Pare che il punto esatto dove sorgeva l’albero corrisponda all'altare. Entrare qui, regala un’emozione particolare, perché, pensateci... è un po’ come visitare la sua dimora.
Da non perdere
Superato il pronao ci si trova in un ambiente a pianta rettangolare diviso in tre zone: la prima campata ospita un ciclo di affreschi che raccontano la vita e i miracoli di Sant’Antonio. Gli affreschi della seconda si concentrano nelle sue lunette e sono dedicati a Santi e Beati ritratti a mezzo busto. Infine, l’abside. Qui viene custodita una tela attribuita a Bonifacio da Verona e probabilmente realizzata intorno al 1536. Raffigura Antonio sul noce che parla ai fedeli.
Un po' di storia
Nella primavera del 1231, un affaticato Antonio cerca ristoro in queste zone. Fu il conte Tiso a far costruire per lui il rifugio sul noce. Il primo nucleo del Santuario venne edificato nel 1432, voluto da una comunità di frati e da un nobiluomo del luogo. Una seconda parte si aggiunse una trentina di anni dopo. Per l’abside, invece, si dovette aspettare il 1865, ma quello che vediamo oggi è frutto del rifacimento del 1901 in stile neogotico.
Curiosità
Guardando bene la facciata ci si accorge che nella sua parte superiore è decorata da 12 archetti bianchi interrotti al centro dalla nicchia della guglia che ospita la statua di Sant’Antonio. Includendo anche la nicchia nel conteggio, arriviamo a 13 archi. Casualità o omaggio al giorno della morte del Santo?
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