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Sant'Agata de' Goti, borgo del Sannio
Si varca un ponte ed è come tornare al tempo dei duchi Normanni
Dov'è
Cos'è e dov'è
Sant'Agata de' Goti sorge ai margini della pittoresca valle del fiume Isclero, che nasce dal massiccio del Taburno e dopo aver percorso la stretta di Moiano confluisce nel Volturno. Il centro storico occupa una terrazza delineata da due affluenti, il Martorano e il Riello: qui si formò l'originario centro di Saticula, che nel III secolo avanti Cristo ebbe ruolo nelle guerre tra i Sanniti e Roma. L'atmosfera è intensamente medievale nel labirinto di viuzze che immancabilmente si aprono agli orizzonti del Sannio.
Perché è speciale
Il centro storico sembra avere la stessa compattezza della rupe sulla quale insiste, ma sul suo profilo s'innalzano cupole e campanili che lasciano trasparire l'antico rango del comune: il Duomo, dedicato all'Assunta; la chiesa dell'Annunziata, lungo la centrale via Roma; ed altre fino a contarne dieci. Poi ci sarebbe da dire dei prodotti tipici, a partire dai vini – Aglianico, Falanghina, Greco, Piedirosso – che hanno specifica etichetta Doc e cantine che s'addentrano nel sottosuolo tufaceo.
Da non perdere
Il ponte Vittorio Emanuele, che supera il verdeggiante vallone del torrente Martorano, offre la vista più suggestiva del centro storico, abbarbicato sul ciglio di una impressionante rupe di pietra vulcanica: una lunga teoria di edifici di tre e anche quattro piani, che in certi casi si reggono su arcate allungate molti metri verso il basso. Di là dal ponte, ci si trova di fronte agli imponenti resti del Palazzo Ducale, erede del castello di fondazione longobarda collocato a presidio dell'unico punto d'agevole accesso al paese.
Un po' di storia
Il nome del paese si riferisce in primo luogo alla patrona, Santa Agata martire, catanese, assai venerata in tutta Italia. Quanto ai Goti, dando credito alla versione più consueta, sarebbero gli sconfitti nella battaglia del Vesuvio del 533 dopo Cristo, cui venne concesso di restare nelle loro fortezze come alleati dell'Impero Bizantino. Sembra piuttosto che l'attribuzione sia da riferirsi alla famiglia normanna, – i Drengot, storpiati in 'De-Goth' – che nel Medioevo ebbe il territorio in feudo dai Longobardi.
Curiosità
Sant'Agata de' Goti ha un altro santo in paradiso: il vescovo Alfonso Maria de' Liguori, che resse la diocesi dal 1762 al 1775 con una dedizione che contribuì alla sua beatificazione. La curiosità è di carattere musicale perché il santo fu autore di un canto natalizio, «Quanno nascette Ninno» (Quando nacque il Bambino), particolare a partire dal fatto d'avere testo in dialetto: Quanno nascette Ninno a Bettlemme / Era nott'e pareva miezo juorno...; la versione in italiano è nota con il titolo «Tu scendi dalle stelle»...
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