SHARRYLAND
Dov'è
Cos'è e dov'è
Una facciata a capanna, in stile romanico lombardo, con un rosone al centro, senza vetrate. Alla sua destra, un gigantesco San Cristoforo è l’unica nota di colore sulle pietre grigie, assieme al frontone con lunetta del portone di accesso. L’immagine che si presenta ai nostri occhi è quella di una chiesa solida, imponente, che si staglia tra le montagne circostanti rivendicando il suo ruolo di punto di riferimento per la valle da più di mille anni.
Perché è speciale
In un borgo che era luogo d'incontro di pastori, contrabbandieri di sale e di mercanti, una chiesa così grande da essere definita monumentale, si fa portabandiera dell’impegno per l’arricchimento culturale del luogo. Una testimonianza che continua anche una volta superato il portone di accesso, dove al verde dei boschi e il bianco delle montagne innevate si sostituiscono i colori vividi e brillanti di un turbinio di rappresentazioni sacre.
Da non perdere
All'interno la sensazione è di essere avvolti dal colore. Compaiono pregevoli affreschi come la Crocifissione di Antonio Zanetti del 1542 sulla parete destra del presbiterio, o la cappella del Rosario, un capolavoro i cui dipinti si datano alla fine del Quattrocento, e che è poi arricchita da un ciclo di affreschi, realizzati nel 1515 dai fratelli Cagnola, dedicato alla vita della Vergine. Su una colonna compare anche un "Ecce homo" datato al 1509 e completato, sulla lunghezza della colonna, da una preghiera in caratteri gotici.
Un po' di storia
Il primo documento certo della storia di Baceno risale al 1039, anno in cui il vescovo di Novara concesse ai canonici della chiesa novarese l'allora cappella di San Gaudenzio, a quell'epoca era solo una piccola chiesa (coincideva con l'attuale presbiterio). La chiesa poi subì un ingrandimento dapprima nel Duecento e poi nel Cinquecento.
Curiosità
Quando scoppiò la riforma luterana nei paesi d'Oltralpe, anche Baceno sentì questa influenza e divamparono ben presto i fuochi del tribunale dell'Inquisizione di Novara. Tra il 1570 e il 1610 una dozzina di donne bruciarono accusate di stregoneria e altre furono portate nelle carceri di Novara.
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