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Dov'è
Cos'è e dov'è
Lasciandoci alle spalle la stazione e seguendo lo scintillio delle acque del Sile lungo la Riviera Santa Margherita lo spettacolo che ci appare è di grande effetto. Il Ponte dell’Università a “schiena d’asino” collega le due rive di quello che oggi è il polo culturale della città, il cosiddetto Quartiere Latino. Sulla riva sinistra, Riviera Garibaldi, scorgiamo il piccolo Ponte Dante sormontato da un elegante Obelisco. Quale luogo migliore per onorare la memoria del Sommo Poeta che proprio questo suggestivo scorcio volle citare nel suo Paradiso.
Perché è speciale
“Là dove Sile e Cagnan s’accompagna”. IX Canto del Paradiso. È in questo incantevole angolo della città che Dante mette in scena il suo incontro con l’anima di Cunizza da Romano (sorella del tiranno Ezzelino) testimone e giudice implacabile della corruzione dei sui concittadini. Non a caso proprio da questo ponticello che domina le acque, il severo profilo del Poeta scolpito sulla stele, sembra ancora parlarci e vigilare. Simbolicamente rivolto a destra e coronato d’alloro in fondo ci ricorda valori che il tempo non cancella. Un monito sempre vivo!
Da non perdere
I protagonisti: Sile e Cagnan, due fiumi di risorgiva che scorrono placidi e silenziosi lungo le suggestive rive di questa “Piccola Venezia”. Ma, osservate con attenzione, proprio nel punto del loro incontro, lì sotto il Ponte, si animano e si “accompagnano” in un liquido abbraccio. Un dolce, inaspettato movimento su cui i fieri cigni sembrano quasi scivolare, danzare e poi inchinarsi di fronte al luogo della grande memoria storica.
Un po' di storia
Ponte Dante è il solo luogo che poteva giustamente celebrare il ricordo della presenza del Sommo Poeta a Treviso. Proprio lì, alla confluenza dei due fiumi citati nella Cantica e in occasione del sesto centenario della sua nascita, la municipalità di Treviso decise di innalzare una stele in suo onore sul ponte ricostruito in pietra dall'ingegnere Gaspare Petrovich. Il 14 maggio del 1865 una importante inaugurazione a cui partecipò l’intera città, consegnò alla storia la testimonianza del suo grande orgoglio.
Curiosità
“Ponte dell’impossibile” era chiamato dagli abitanti che ormai così tante volte avevano visto costruire proprio in quel punto, passerelle e ponti in legno spazzati via alla prima piena del fiume. Pareva ormai impossibile che potesse rimanere in piedi. E invece poi la versione in pietra, forte e solida a fronteggiare l’impeto delle acque. Una sfida vinta!
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