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Parco Archeologico di Campo Muri
Pagine di storia tra acque sulfuree e candide pietre
Dov'è
Cos'è e dov'è
Il Parco Archeologico di Campo Muri riunisce in sé le tre ricchezze del suolo su cui si erge Rapolano: acqua termale, sedimenti di travertino e reperti archeologici Etruschi e Romani. Tutte e tre, sono strettamente collegate: l’acqua fortemente calcarea ha depositato carbonato di calcio in strati che con i secoli hanno formato il travertino, pietra usata dagli Etruschi per edificare i loro tumuli (unicum in Etruria). Sempre gli Etruschi, veneravano la fonte termale ed offrivano piccoli oggetti in terracotta o bronzo a forma di arto, o orecchio, ex-voto per pregare il caldo «liquido magico» dai poteri curativi.
Perché è speciale
Dopo gli Etruschi, furono i Romani a sfruttare veramente la ricchezza delle acque termali e, da par loro, costruirono ambienti molto vasti e diversificati per creare un luogo di relax, piacere e, come sempre, affari. Con la caduta dell'Impero, le cose cambiarono molto: le strutture termali divennero abitazioni private, e poco a poco gli abitanti si spostarono verso la collina in un arroccamento difensivo che ha dato origine all'attuale paese di Rapolano. La cosa sorprendente è che tutto questo si legge tra le pagine di pietra del grande libro di storia che è Campo Muri.
Da non perdere
Il legame fra il il Parco Archeologico e Rapolano è profondissimo, quindi l'esperienza migliore è cominciare la visita dal centro storico, toccare la Pieve romanica di San Vittore che si trova a metà fra i due siti, e arrivare a Campo Muri. In questo modo si cammina sulle orme degli abitanti che nel corso di millenni hanno vissuto in questo borgo tra le colline, in un mondo fatto di acqua sulfurea e pietre candide.
Un po' di storia
La storia di Campo Muri comincia con una cava di travertino che proprio qui si trovava e si trova tutt’ora. Nel 1973 i cavatori cominciarono a trovare pietre squadrate, monete, piccole statuette. Subito alcuni appassionati rapolanesi, studiosi o semplici amatori, costituirono un Gruppo Archeologico, allertarono la Soprintendenza e si attivarono per salvare il più possibile. Cominciate le campagne di scavo, si capì l’interesse archeologico reale dell’area, ma quello che era stato già sbancato era ormai perduto. Rimane comunque una testimonianza importantissima, una delle poche stazioni termali romane accessibili nel sud della Toscana.
Curiosità
Non è stato facile per gli archeologi lavorare a Campo Muri, e tra l'altro sono campagne abbastanza costose. Come mai? Non siamo certo in condizioni climatiche estreme, né in pendenza ma…c'è l'acqua! L'acqua termale ha continuato a sgorgare anche dopo che le terme e le case sono state abbandonate, depositando calcare, che poi si è indurito ed è diventato pietra… Quindi ci sono gli strati archeologici, e quelli geologici, diciamo, mixati insieme. Un bel millefoglie di storia e natura!
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