SHARRYLAND
Dov'è
Cos'è e dov'è
L'edificio, inizialmente adibito ad ospedale per accogliere infermi e pellegrini, sembra risalire al 1365. La facciata è stata rimaneggiata a causa di restauri effettuati nel XX secolo in stile neogotico. Un elemento così moderno difficilmente attira l’attenzione, specie se incastonato tra le strette vie di Urbino, città ricca di arte e storia. Eppure, chi varca la sua porta scopre un tesoro precedente ai fasti di Raffaello e della corte dei duchi di Urbino. Curiosi?
Perché è speciale
Gli interni sono una rara testimonianza dello stile gotico fiorito in Italia. I colori vividi, la minuzia dei particolari e la delicatezza esecutiva degli affreschi non possono che lasciare i visitatori a bocca aperta. La prima rappresentazione che vediamo, la più maestosa, è la Crocifissione che occupa quasi tutta la parete dietro all’altare. Eseguita dai fratelli Salimbeni, con le espressioni dei personaggi enfatizzate, la ricchezza e la minuzia nel ritrarre ogni piccolo dettaglio o emozione, eseguita con un'abile eleganza interpretativa, cattura e coinvolge chi la osserva.
Da non perdere
Ai Salimbeni è attribuibile quasi tutto il ciclo di affreschi che racconta la storia di San Giovanni Battista. Meno note sono le loro due Madonne votive sulla parete sinistra dell’oratorio, che ben dimostrano le differenze stilistiche dei due artisti. La prima, detta Madonna del Paradiso, per dettagli, forme ed i colori, si mantiene fedele alla tradizione dell’epoca, proprio come il rigoroso Lorenzo. La seconda, tra San Sebastiano e il Battista, è una madre legata intimamente al suo bambino. In lei e nei Santi è evidente un tentativo di ricerca introspettiva, innovativo proprio come Jacopo.
Un po' di storia
Urbino è nota a tutti come capitale del Rinascimento e come città natale di Raffaello Sanzio, ma vale assolutamente la pena visitare anche questo piccolo ma affascinante oratorio. Gli oratori rivestivano un importante ruolo connettivo nel tessuto sociale grazie ai diversi supporti che offrivano alla comunità come l'assistenza ai poveri o agli infermi, come accade per l'Oratorio di San Giovanni, il cui ruolo era anche accogliere i penitenti, tra cui il Beato Pietro Spagnoli, il cui corpo è ancora esposto sotto l'altare maggiore.
Curiosità
I fratelli Salimbeni, autori della maggior parte degli affreschi dell’oratorio, sono due artisti il cui linguaggio è estremamente diverso: Lorenzo ha uno stile più conservatore e aggraziato, sicuramente più vicino alla precisione interpretativa tipica del Gotico internazionale, mentre Jacopo è più moderno, innovativo e realista. È proprio la fusione di due linguaggi così eterogenei che rende questi affreschi un unicum e un capolavoro.
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