SHARRYLAND
Nogarole Vicentino: dalle pendici del monte alla tavola
I sapori di una volta si gustano sul Monte Faldo
Dov'è
C’è un luogo, in provincia di Vicenza, che promette ai suoi visitatori piacevoli passeggiate immerse nella natura. La cosa bella è che si trova tra un gruppetto di vivaci comuni: Selva di Trissino, Nogarole Vicentino, Brogliano, Valdagno e Cornedo Vicentino. Si tratta del Monte Faldo, il primo rilievo della dorsale lessinea che divide la Valle del Chiampo dalla Valle dell’Alpone. Risalire le sue pendici è un’esperienza fatta di luci ed ombre, che si alternano come i prati ampi ed assolati e i boschi protetti dalle fronde degli alberi. Lungo il cammino emergono dal terreno delle rocce scure che ci parlano dell’origine vulcanica di questo monte. Un terreno fertile e generoso dunque, tanto che le passeggiate rilassanti non sono il suo unico regalo alla popolazione e ai visitatori…
Il terreno vulcanico infatti, ha trovato qui una collocazione particolarmente favorevole ad una coltivazione in particolare: la patata. Alla confluenza di due valli, i venti che scendono dalle Piccole Dolomiti, e le buone piogge estive sono un toccasana per le coltivazioni. In più, l’escursione termica che si verifica tra il giorno e la notte favorisce la conservazione dell’amido ed ostacola l’accumulo di acqua, caratteristica questa, immancabile nelle patate di qualità. Il risultato è un prodotto inconfondibile, tanto da meritarsi la denominazione De.Co. La provenienza geografica, ovviamente, deve coincidere con il territorio dei cinque comuni che condividono il Monte Faldo e le sue ricchezze. Il riconoscimento De.Co. è infatti un progetto portato avanti da tutti loro, in uno spirito di forte coesione e lungimiranza.
Se è facile capire come la composizione del terreno influenzi le caratteristiche delle Patate del Monte Faldo, serve un ragionamento in più per capire come un altro prodotto condiviso da diversi comuni della zona costituisca un altro dono del monte alle persone che vivono sul suo territorio. O forse non è nemmeno così difficile. Dopotutto, un valido indizio è proprio sotto il nostro naso quando percorriamo i sentieri del Faldo: si tratta dei pascoli dedicati principalmente alle mucche da latte delle famiglie locali. In alcuni punti si vedono ancora i casoni, vere e proprie stalle d’alta quota che servivano da riparo al bestiame.
La qualità dell’erba e del fieno con cui si alimentano conferisce al loro latte delle particolari note aromatiche che vengono mantenute anche nei formaggi e nei latticini grazie alla lavorazione del latte a crudo. Questo vuol dire che il latte viene riscaldato appena quel tanto che basta ad ottenere il caglio, ma non viene sottoposto a pastorizzazione. Il risultato è un prodotto dal sapore ben riconoscibile, che porta con sé residui dei profumi e dei sapori del Monte Faldo. Qualcuno potrebbe avere dei dubbi a causa della mancata pastorizzazione. Sappiate quindi che la lavorazione dei formaggi del Faldo segue tecniche di caseificazione tramandate di generazione in generazione che permettono di tenere sotto stretto controllo la stagionatura, proteggendola da ogni fermentazione anomala. L’assaggio del formaggio sarà quindi un tuffo nel passato, con il gusto autentico delle comunità rurali di una volta.
E proprio come avveniva un tempo, L’allevamento, la lavorazione e la trasmissione del sapere avvengono in aziende a conduzione familiare. Oggi resta attivo solo il caseificio di Nogarole Vicentino, ma un tempo ce n’erano diversi, distribuiti tra le contrade. Venivano chiamati casare e raccoglievano il latte dei diversi contadini della zona. Nel registro della casara si segnava con cura l’esatta quantità di latte versato, in modo tale da redistribuire i prodotti finiti nelle giuste proporzioni secondo l’apporto di ognuno. Una storia quindi, non solo familiare, ma anche comunitaria, che aggiunge una nota di dolcezza nostalgica all’assaggio dei formaggi di oggi.
Il carattere familiare e conviviale della lavorazione dei formaggi si ritrova anche nella coltivazione di patate e in entrambe i casi si manifesta con forza in occasione delle feste dedicate rispettivamente al formaggio e alle patate o, per essere più precisi, ad un piatto di cui sono alla base. Ecco quindi che i primi due fine settimana di settembre si celebra la «Festa del Gnocco» a Selva di Trissino, mentre a maggio si svolge la «Festa del Formaggio» a Nogarole Vicentino. In entrambe i casi, l’occasione, è proprio il caso di dirlo, è ghiotta, perché si possono assaggiare le bontà locali in un clima gioioso, accompagnati da spettacoli musicali, intrattenimenti, giochi e la possibilità di conciliare l’appetito con delle passeggiate.
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