SHARRYLAND
Dov'è
Cos'è e dov'è
Per goderci un po' di verde e aria pulita, abbiamo preso un sentiero che da Barbarano sale sul Monte Cengia, sui Colli Berici. Ad un certo punto, fra le rocce, in mezzo alla vegetazione, scorgiamo 6 fosse, lunghe fra i 170 e i 180 cm, larghe una settantina. Sembrerebbero dei bacini per la raccolta dell'acqua, ma la loro forma è troppo regolare. E allora, cosa sono? Ci avviciniamo. Ogni fossa ha un bordo rialzato, come se in passato qualcosa fosse stato incastrato lì. Un coperchio forse? Ancora non torna. Dentro, il fondo è piatto, regolare, se non fosse per un gradino ad una delle estremità. Beh, un gradino... le altezze non sono tali da averne bisogno per salire o scendere... ricorda quasi un cuscino. Un cuscino... Un coperchio... Vuoi vedere che... Siamo finiti in un'antica necropoli!
Perché è speciale
Siamo partiti per una semplice passeggiata nella natura e ci siamo ritrovati qui, a confrontarci con una storia così antica da essere stata dimenticata, ma che ha ancora la forza di reclamare la propria esistenza. Possiamo quasi percepire il rispetto con cui gli antichi si avvicinavano a questo luogo. Quando ce ne andiamo, partiamo senza risposte, è vero, ma carichi di emozioni. In fondo, è meglio così: le risposte si dimenticano, le suggestioni ci entrano nell'anima.
Un po' di storia
Per le popolazioni antiche che abitavano il Veneto molto prima dell'arrivo dei Romani, le radure erano un luogo sacro dove seppellire i morti: qui avrebbero trovato la pace. Le tombe della Necropoli di Barbarano sono state saccheggiate molto prima della loro scoperta in tempi recenti, per questo non abbiamo nulla che possa aiutarci a capire chi fossero le persone che vi hanno riposato tanto tempo fa, né possiamo indovinare quali fossero le loro comunità di appartenenza. Studi sulla morfologia delle fosse le collocano fra il IV ed il VI secolo. Si sospetta che ci siano altre 2 tombe nascoste fra la vegetazione, visto che in uno scritto del 1965 uno studioso parlava di 8 sepolcri.
Curiosità
Nelle vicine zone di Lumignano ed Alonte sono stati ritrovati fosse similari, anch'esse usate come sepolcri, testimonianza della presenza diffusa di insediamenti umani nell'area ben prima degli insediamenti romani.
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