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Meraviglia  }  Archeologia

Necropoli del «Padre Eterno» a Gravina in Puglia

Un viaggio nel passato, tra antiche civiltà e grotte eremitiche

Dov'è

Puglia

Via Madonna della Stella, 70024 Gravina in Puglia BA, Italia (344m s.l.m.)

Indicazioni stradali
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Cos'è e dov'è

La Necropoli del Padre Eterno è un’area del più vasto Parco Archeologico di Botromagno. Su questo colle si trovano i resti di un antico insediamento, e testimonianze delle varie epoche che ha attraversato. Al valore storico del luogo, si aggiunge quello paesaggistico: si trova infatti a poca distanza dal burrone che dà sulla gravina, dirimpetto all’abitato odierno di Gravina in Puglia.

Perché è speciale

Sembra strano che un luogo caratterizzato dalla forte presenza di reperti greci, romani, e civiltà precedenti, venga identificato con un nome legato al cristianesimo. In quest’area in particolare, le tombe si accompagnano a tracce di attività produttive. Perché questo nome allora? Probabilmente, una zona così ricca di cavità ed anfratti ha esercitato una certa attrattiva sugli eremiti, che hanno riadattato alcune delle strutture a cappelle rupestri di preghiera. Lo sanno bene gli archeologi che, sperando di indagare antiche civiltà, si sono ritrovati davanti decorazioni pittoriche raffiguranti il Padre Eterno.

Da non perdere

Per essere sicuri di non perdersi nessun particolare, è consigliabile farsi accompagnare da una guida: in autonomia potrebbe essere difficile riuscire a cogliere tutti i segnali che si sono conservati fino ad oggi. Per esempio, sapreste individuare le due Tombe dei Guerrieri? Sono tra le poche di questo sito ad essere state ritrovate intatte, sarebbe un peccato farsele sfuggire.

Un po' di storia

Situata sul costone occidentale della gravina, ai piedi del parco archeologico di Botromagno, l'area fu occupata con continuità dal IX al III secolo a.C. A una prima fase di occupazione testimoniata dalla presenza di fondi di capanne relative a nuclei abitativi indigeni seguì, in età coloniale, una frequentazione intensa dell'area da parte delle comunità peucete ormai ellenizzate, principalmente a scopo sepolcrale. È attestata una successiva frequentazione in età medievale, in particolare nei pressi della cripta rupestre ivi presente, alla quale il sito deve il nome, recante ancora tracce di affreschi bizantineggianti.

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Consigliato da
Maria Galella

Sul ciglio della gravina, ai piedi del parco archeologico di Botromagno, l'area fu occupata dal IX al III sec. a.C., con una successiva frequentazione medioevale. Deve il nome a una cripta rupestre recante ancora resti di affreschi bizantineggianti.

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