SHARRYLAND
Museo Nazionale Collezione Salce
I manifesti pubblicitari: un modo speciale di leggere la nostra storia
Dov'è
Cos'è e dov'è
Museo Nazionale Collezione Salce, il nome dice tutto e niente. C'è un tale di nome Salce – scopriremo si chiamava Ferdinando – che era collezionista, dunque per se stesso, ma di un qualcosa tanto bello da divenire «nazionale». Per una questione di felice vicinato, dei trevigiani per primi. Sì, perché le migliaia e migliaia di pezzi d'arte pubblicitaria della Collezione sono raccolti in questo spazio divenuto Museo, chiaro di un rinnovo recente, appartato in un angolo della città sul Sile. E vengono esposti a rotazione, tanti sono, allestiti in mostre curate e meritevoli.
Perché è speciale
Sono oltre 24.000 le locandine, le affiche, i poster e tutti i nomi di quest'arte stampata su carta, detta «minore» da chi si fida troppo dei libri o si lascia abbagliare dalle lapidi importanti. Il Museo non propone le esposizioni faraoniche «Da… a» cui ci siamo tristemente abituati, ma compie scelte contenute e coerenti all'interno del proprio grande patrimonio, che integra all'occorrenza. Il risultato è ogni volta un breve viaggio all'interno della nostra storia nazionale, vissuta con gli occhi dei manifesti colorati che per decenni hanno guardato gli italiani dalle vie delle cento città.
Da non perdere
Ogni appuntamento alla Collezione ha l'aria di qualcosa di imperdibile. Basti un esempio dal 2019. «Metlicovitz. L'arte del desiderio. Manifesti di un pioniere della pubblicità». Nelle tre sale sono percorse le tappe di una carriera brillante, con un numero di piccoli capolavori e documenti d'epoca, che danno ragione della passione di Salce per questo artista. Il quale spaziò, nelle sue grafiche dipinte, dalle locandine della Turandot di Puccini agli annunci del distributore di benzina, fino al Carnevale di Montevideo passando per l'Esposizione internazionale del 1906.
Un po' di storia
Il ragioniere Ferdinando Salce (1877-1962), trevigiano, detto Nando, con testamento del 26 aprile 1962 donò allo Stato italiano la sua collezione di manifesti illustrati. «Perché serva in scuole e accademie […] a studio e conoscenza di studenti, praticanti e amatori delle arti grafiche». Solo nel 2014, però, la soffitta di piazza Mazzini si è svuotata per riversarsi nel Museo permanente di via Carlo Alberto, dopo varie mostre temporanee. Dal 2017, invece, anche l'adiacente chiesa di San Gaetano è stata recuperata al complesso espositivo.
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