Maisano, tra conventi e fortificazioni militari
Antico borgo dal sapore rurale, immerso in un paesaggio modellato dai suoi primi abitanti
Dov'è
Cos'è e dov'è
La più antica frazione di Valbrona è sorta intorno ad una piccola baita che col tempo è diventata una casa, poi un convento ed infine il centro attorno al quale sono sorte le altre abitazioni. Ancora oggi Maisano conserva il suo carattere rurale ma senza dimenticare le sue origini: ancora oggi sorpassando Maisano verso l'Alpe di Monte il portone dell'allora monastero riporta l'affresco dei santi protettori di quei frati bonificatori che per primi si stabilirono in questa zona.
Perché è speciale
Quella che un tempo era una zona paludosa, oggi è un suggestivo intreccio di vie e scalinate acciottolate che si aprono su case rurali con corti caratterizzate da lobbie con fienile, stalle che si affacciano sul cortile, finestre e porte anch’esse rivolte all’interno. Oltre alle dimore private, troviamo anche strutture legate ad attività e servizi, come l'antica filanda e la mola pubblica per gli arrotini, testimoni di un passato artigianale fiorente.
Da non perdere
Sull’antica mulattiera di collegamento tra Valbrona e il Lario, sorge il Santuario della Madonna della Febbre del 1779, al suo fianco un imponente castagno con tre fusti, che insieme a un contorno fatto di un piccolo vigneto e oliveto e il cielo padroneggiato dalle Grigne creano un luogo di rara suggestione.
Un po' di storia
Nel seicento, la comunità monastica dei Roncari che aveva dato il via alla bonifica di queste terre rendendole abitabili, si sciolse e ciascun frate prese una porzione di terreno bonificato. Alcuni vendettero la loro porzione ad abitanti dei paesi vicini. La zona passò poi al «Feudo di Asso», fu costruita la torre, di architettura militare e il nucleo storico, con probabile destinazione originaria a presidio militare.
Curiosità
Il vecchio torchio è stato aperto al pubblico, durante la manifestazione «I curt da Maisan», per insegnarci la vita rurale di un tempo fatta di spremiture di olii da erbe e semi: dalla spremitura dei semi di lino si otteneva l'olio domestico e con lo scarto il «panell» per alimentare le bestie. Di contadini con piccole vigne, che portavano il raccolto al torchio comune per poi vinificare nel proprio «cantinell».
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