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Dov'è
Cos'è e dov'è
Il nome del borgo di Pertosa ricorda le pietre, le rocce, ma quando lo si guarda si vede una scia di casette colorate immerse nel verde dei Monti Alburni. Ma allora, perché si chiama così? La risposta si trova effettivamente nella roccia, quella che nei dintorni del borgo si affaccia sulla sponda sinistra del Tanagro: proprio qui c’è quello che gli antichi chiamavano «pertusium», ossia pertugio, e che oggi gli appassionati dei regni sotterranei conoscono come l’accesso alle Grotte dell’Angelo, o Grotte di Pertosa-Auletta.
Perché è speciale
Le Grotte dell'Angelo sono indubbiamente il fenomeno carsico più celebre della Campania, detentore di primati a livello italiano, ma anche europeo. Sono le uniche grotte non marine in Italia ad essere visitabili in barca! E questo dal 1932. Sono attraversate dal fiume Negro, che deve il suo nome proprio all’oscurità delle cavità che avvolgono il suo percorso. In questo magnifico regno sotterraneo entriamo dunque a bordo di una barca nel silenzio rotto solo dal misterioso scrosciare dell’acqua, e ecco che le «sale» di questo regno, amplissime, plasmate nei millenni dalla forza dell’acqua e degli eventi, svelano ai nostri occhi infinite meraviglie: incredibili formazioni calcaree, stalattiti e stalagmiti dalle fogge più strane e persino una cascata sotterranea.
Da non perdere
Gli amanti della speleologia, anche alle prime armi, potranno avventuarsi in compagnia di guide esperte lungo il corso del fiume Negro, risalendolo a piedi fino alla sorgente. Lungo il cammino incontreranno il punto più romantico delle grotte, quello in cui, dopo migliaia di anni, stalattite e stalagmite finalmente si congiungono in un tanto atteso «bacio». Sarà suggestione, ma ci sembrano avere sembianze umane…
Un po' di storia
Il gran numero di reperti ritrovati dimostra come le grotte fossero abitate fin dai tempi più antichi: il ritrovamento più sensazionale non è un monile né un attrezzo, bensì un villaggio palafitticolo risalente al II millennio a.C., unico esempio in grotta in tutta Europa! Molto più tardi, con l’arrivo dei Greci e dei Romani, la grotta divenne luogo di culto, funzione mantenuta anche con l’avvento del Cristianesimo, quando venne consacrata a San Michele Arcangelo. Una sua statua all’ingresso delle grotte sembra voler difendere la luce del mondo dalle tenebre.
Curiosità
Non solo speleologia: le Grotte dell’Angelo sono anche utilizzate come sala teatrale, dove diversi spettacoli vengono messi in scena con la complicità della meravigliosa acustica delle volte rocciose, e il balletto etereo creato dai riflessi delle luci su stalattiti e stalagmiti.
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