SHARRYLAND
Dov'è
Cos'è e dov'è
Percorrendo la strada provinciale Turanense, nella direzione da Carsoli verso la Salaria e Rieti, a pochi chilometri dalla diramazione per l’abitato di Paganico, si scorge sulla sinistra un poderoso monolite di struttura singolare o meglio, adottando un’efficace descrizione ottocentesca, una «pietra lavorata a forma di una sedia antica». Si tratta di un sepolcro di epoca romana realizzato recuperando un masso calcareo erratico. L’iscrizione presente lo ascrive alla famiglia dei Muttini sebbene, tradizionalmente, sia meglio noto nella suggestiva dizione locale di «Pietra Scritta».
Perché è speciale
Questo gigante non è stato trasportato qui, ma ci è finito da solo, probabilmente cadendo dopo essersi staccato dalle alture del monte Cervia. È stato poi scolpito in loco. Tre facciate su quattro sono state decorate e rifinite, mentre la quarta, quella rivolta verso Nord-Est, è spoglia. Ma è la facciata rivolta a Sud-Ovest, verso il fiume, quella davvero importante: era questo lato ad accogliere i viandanti, e a ricordare loro la famiglia Muttini, a cui l’epigrafe era dedicata.
Da non perdere
Ancora oggi il monumento, che appare quasi spogliato di ogni appendice decorativa, conserva sostanzialmente integra l’epigrafe sul fronte rivolto al fiume: P(ublius) Muttinus P(ubli) F(ilius) Pater Codia Mater P(ublius) Muttinus P(ubli) F(ilius) Ser(gia tribus) Sabin(us) F(ilius). È una delle testimonianze antiche più significative della valle del Turano, che dimostra la remota antichità degli insediamenti romani in questa valle. Non può che essere così, dato che uno dei componenti della famiglia era ascritto alla tribù Sergia.
Un po' di storia
Il monumento, realizzato intorno alla seconda metà del I sec. a.C., ci racconta un po' di storia dei Muttini: dei tre solo l’ultimo gode della cittadinanza romana con pieni diritti, essendo l’unico dotato di un cognomen, Sabin[us], e ad essere iscritto ad una tribù, la Sergia. I genitori, invece, sono privi di cognomina e identificati solo dai termini di parentela. Inoltre, sappiamo dalla presenza di patronimico che il padre è un ingenuus, un nato libero, ma non altrettanto si può dire con certezza della madre, la cui condizione è invece taciuta. Nel giro di una generazione ritroviamo dunque un avanzamento dello status familiare con il definitivo accesso alla cittadinanza ottimo iure.
Curiosità
A valle del monumento si è individuata la presenza di costruzioni a secco: delle macere, pertinenti l’antichissimo tracciato della mulattiera che collegava Paganico con l’area di «opianu». Tale tracciato si riallacciava alla viabilità principale che, in epoca romana, conduceva a Carseolis (l’attuale Civita di Carsoli) ed a Trebula Mutuesca (l’attuale Monteleone Sabino).
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