SHARRYLAND
La nascita dell'uovo di Pasqua
Quando tradizione religiosa e ed arte culinaria si «fondono»
Dov'è
di tradizione religiosa ed arte culinaria
La Pasqua, come molte altre festività Cristiane, è un periodo ricco di simboli, rituali e tradizioni, soprattutto in cucina. La focaccia, le colombe, le cassate, le chiacchiere, la pastiera, il sanguinaccio, e chi più ne ha più ne metta, imbandiscono le tavole e deliziano i palati da Nord a Sud. Ma è lui, l'uovo di cioccolato, con il suo guscio croccante e il cuore a sorpresa, ad essere il simbolo indiscusso delle festività pasquali, che piace tanto ai bambini ed anche ai grandi, ammettiamolo.
Arriviamo al sodo…
Il guscio in cioccolato è relativamente recente, ma l'usanza di regalare uova nel periodo pasquale è molto più antica e carica di un valore simbolico enorme, associato alla vita. L'usanza sembra risalire al medioevo, e alla tradizione cristiana secondo la quale Maria Maddalena, di ritorno dal Santo Sepolcro rimasto vuoto, volle raccontare il miracolo ai discepoli, ma incontrò Pietro che scettico le disse: «ti crederò solo se le uova che porti nel cestello si coloreranno di rosso». Le uova diventarono di un colore purpureo e Pietro si piegò davanti al miracolo. Per questo motivo, nel corso del medioevo, durante la Settimana Santa, venivano donate ai fedeli uova sode dipinte di rosso o avvolte in foglie e fiori in modo che i gusci si colorassero naturalmente, a testimonianza del sangue versato. Tra i nobili e gli aristocratici, come spesso accadde, si cercò di impreziosire la tradizione, ed ecco che si diffuse l'abitudine di decorarle in argento, platino o oro.
I maestri piemontesi nell'arte del cioccolato, i primi a lanciare la moda delle uova pasquali
Certo, è divertente dipingere le uova, ma noi stiamo aspettando quelle di cioccolato! Secondo alcuni, il loro successo straordinario sarebbe iniziato nei primi anni del XVII secolo, con Luigi XIV. Fu lui che per primo fece realizzare un uovo di crema di cacao al suo chocolatier di corte. L’esperimento di Re Sole però non riscosse molto successo, difatti, dopo i primi prototipi dei cugini d’Oltralpe, fu a Torino che nel 1725 ebbe inizio la tradizione delle uova di cioccolato: la signora Giambone, titolare di una bottega in via Roma, cominciò a riempire i gusci vuoti delle uova di gallina con cioccolato fuso. Era un processo sicuramente delicato, che richiedeva una buona manualità e padronanza della tecnica. Fu probabilmente per questo che i deliziosi ovetti, anche se molto amati, rimasero piuttosto rari. Secondo altri storici invece, le uova di cioccolato sarebbero nate solo nell'800, grazie all'invenzione olandese di una pressa che permetteva di separare il cacao dal burro di cacao, processo fondamentale per ottenere un cioccolato solido. Si dovrà però aspettare l’inizio del ‘900 per la definitiva messa a punto delle golose uova di cioccolato, quando Casa Sartorio brevetta un macchinario con stampi a cerniera che, con veloci movimenti di rotazione distendono la pasta di cacao su tutta la superficie interna degli stampi, in modo uniforme e sottile. Una volta raffreddate il gioco è fatto, le deliziose forme sono pronte per essere unite e decorate.
E la sorpresa?
Qualche anno dopo, si volle dare all’uovo di cioccolato un tocco ancor più festivo e gioioso. Fu così che, nel 1925, venne introdotta al suo interno anche l’ormai immancabile «sorpresa», piccoli animaletti realizzati in pasta di zucchero o confetti.
La strada verso il successo
Già dal 1927 le uova di Pasqua di cioccolato erano diventate di gran moda, e non solo a Torino! Con il boom del Secondo Dopoguerra e la nascita delle uova di cioccolato industriali, divennero simbolo pasquale in tutta Italia, a differenza degli altri paesi d’Europa, dove invece prevale ancora il coniglio.
Dopo aver scoperto le origini dell’uovo di Pasqua rimane una sola domanda, un dubbio amletico: al latte o fondente?
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