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La Caveja, simbolo di Romagna
Dal mondo rurale, la ritroviamo oggi nelle insegne, nei crocevia, nelle canzoni...
Dov'è
Cos'è e dov'è
Dico "Romagna", cosa balza in mente? Probabilmente ai più la piadina, la riviera, la proverbiale ospitalità degli abitanti di questa splendida terra... Un romagnolo penserà immediatamente ai campi di grano, al canto dei grilli nei fossi, ai vigneti nella luce dorata del tramonto, ai cappelletti delle mamme o delle nonne. La Caveja, che in italiano è traducibile come "cavicchio", è il simbolo che riesce a cogliere l’essenza di tutti questi elementi. Nel mondo rurale la Caveja era il solido perno in metallo che fissava il giogo dei buoi al carro o all'aratro. Nei tratti in discesa, questo perno evitava anche che il carro slittasse in avanti finendo con tutto il suo carico addosso ai buoi. Da strumento da lavoro, la Caveja è passata a essere un vero e proprio manufatto artistico, carico di tutti i significati simbolici che nell'immaginario collettivo rappresentano la Romagna più vera: la fatica nei campi, il lavoro dettato dai cicli stagionali... Insomma, la Caveja è il segno autentico del legame d'amore fortissimo del romagnolo alla sua terra.
Perché è speciale
La Caveja è formata da più elementi. La parte allungata, per l'aggancio vero proprio, culmina con la cosiddetta "pagella", che nel tempo ha dato modo ad artisti e artigiani del ferro di trasformare la Caveja in un'espressione d'arte: al ferro venivano date varie fogge: gallo, colomba, pavone, mezzaluna, tutti simboli propri della vita nei campi; potevano essere date anche forme proprie della tradizione cristiana, come la croce. Alla pagella sono agganciati una serie di anelli, solitamente in numero pari, che producono un rumore caratteristico, diverso per ogni Caveja. Era questo rumore che dava modo ai contadini di riconoscere il transito dei carri nella notte (da qui, il nome, in romagnolo, "Caveja cantarena", Caveja canterina).
Un po' di storia
A partire dal Settecento, le Caveje cominciarono a diventare espressione dello status sociale di un proprietario terriero. Chi era così benestante da potersi permettere Caveje molto decorate, le usava solo in particolari giorni di festa, non certo per il lavoro nei campi, per il quale c'erano utensili molto più essenziali. Un indicatore di ricchezza era il numero degli anelli attaccati alle pagelle. I fiocchi decorativi, invece, rappresentavano i comuni di Romagna (ad esempio, una Caveja con fiocchi bianchi e rossi sarà celebrativa della città di Forlì).
Curiosità
La superstizione della civiltà contadina del passato ha assegnato alla Caveja molte funzioni magiche. Si pensava, ad esempio, che potesse prevedere il sesso del nascituro o il tempo del giorno successivo. Era utilizzata per far cessare i temporali, con un particolarissimo rito che prevedeva canti e danze, o per scacciare i folletti malefici. Tra le tante altre funzioni "magiche" una delle più singolari è l'utilizzo per facilitare la cattura delle api... Nel 1992 una Caveja è stata donata dal sindaco di Forlì a Michail Gorbaciov.
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