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Una passeggiata tra le chiese del borgo di Canzo - 1 DI 4
La Basilica di Santo Stefano a Canzo
Una chiesa barocca nel cuore del borgo raccoglie arte e preziose reliquie
Dov'è
Cos'è la Gèsa Granda di Canzo
In centro a Canzo c'è la bellissima Chiesa di Santo Stefano, conosciuta anche coma la Basilica di Canzo. La bella facciata barocca, con il portale in pietra e le statue di San Miro e Santo Stefano, fa capire immediatamente che si tratta di un edificio di grandi dimensioni. Non a caso, il nomignolo con cui gli abitanti di Canzo si riferiscono alla loro basilica è: la Gèsa Granda. Il titolo di Basilica si deve al Cardinale Pozzobonomelli che, consacrando la chiesa nel 1752, rimase sorpreso dalla sua magnificenza titolandola, appunto, «Basilica».
Perché è speciale: uno scrigno di arte sacra
Il suo interno è grandioso: quattro altari laterali conducono all’altare maggiore. Questo è incoronato da una volta consacrata con affreschi della Trinità e la gloria di Santo Stefano, e circondata da vele raffiguranti i quattro evangelisti. Tre dei quattro altari laterali sono ornati da statue realizzate da Elia Vincenzo Bussi (attivo anche nel Duomo di Milano), e sono: la Vergine Maria, Sant’Antonio Abate e San Bernardo. Il quarto altare ospita un crocifisso ligneo splendidamente scolpito, dipinto e dotato di capelli veri (esempio di arte spagnola). Venne ammirato anche dal Cardinal Borromeo nel 1779.
Da non perdere: l'organo Serassi
L'organo della Basilica di Canzo è una chicca per intenditori: un pregiato Serassi di Bergamo a 1510 canne risalente al 1828. Alla sua tastiera sedettero maestri come Spinelli, Bassi, Tagliavini e Parodi.
Un po' di storia
Una cappella dedicata a Santo Stefano esisteva a Canzo già sul finire del 1200. Nel 1697 il parroco Pellizzoni iniziò la raccolta dei fondi da investire in una più grande costruzione: intervennero le nobili famiglie dei Tentorio, produttori di pezzi di lana richieste in tutto il contado milanese, dei Masciadri, dei Meda, dei Pellizzoni, dei Della Torre e dei Sacchi. La prima pietra venne posata nel 1728 e l’opera fu costruita in stile barocco, con un’unica navata, ricca ed elegante, con marmi e dorature.
Curiosità: la tasca di San Carlo Borromeo
Nel cuore della Parrocchia di Canzo, c'è una «tasca» intrisa di storia, conservata in un prezioso scrigno legato al grande San Carlo Borromeo, vescovo di Milano. Questo tesoro è stato riportato alla luce un decennio durante un'opera di restauro. Durante la terribile peste del 1576, San Carlo si prese cura degli appestati, riempiendo la sua tasca di soldi per i poveri e ricevendo lettere e testamenti dai benestanti. Questo gesto di amore e sacrificio ha reso la tasca non solo una reliquia, ma un simbolo della grandezza di San Carlo Borromeo.
Approfondimento
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Indice
INTRODUZIONE
Una passeggiata tra le chiese del borgo di Canzo
1 di 4
La Basilica di Santo Stefano a Canzo
2 di 4
La chiesa di San Francesco a Canzo
3 di 4
Cappella di San Michele
4 di 4
Eremo di San Miro al Monte
Dov'è
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