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Dov'è
Cos'è e dov'è
Percorrendo le vie del centro di Piazzola sul Brenta non si può non notare un'alta ciminiera, traccia più evidente di un fenomeno industriale che ha per sempre cambiato il volto di Piazzola all'inizio del ‘900. Stiamo parlando dello Jutificio aperto nel 1890 e chiuso nel 1978. Questo progetto, uno dei tanti di Paolo Camerini, trasformò Piazzola in uno dei centri industrializzati più importanti dell'epoca, mentre oggi si è saputo reinventare per continuare ad essere al centro della vita del paese. Siete pronti per scoprirlo?
Perché è speciale
Lo spazio attuale è il risultato della riqualificazione urbana iniziata nel 2000 che trasformò quell’area industriale abbandonata in una zona residenziale, commerciale e di servizi preservando strutture ed elementi architettonici dello stabilimento precedente. Dove possibile, gli architetti hanno mantenuto l’aspetto originale contrassegnando con targhe in corten le vie e le piazze con nomi che richiamano alla funzione lavorativa dei luoghi. Grazie a questo espediente, questo luogo sembra sospeso fra due linee temporali diverse, inizio ‘900 e anni 2000. Un’esperienza davvero interessante!
Da non perdere
Gli elementi più affascinanti sono sicuramente quelli che hanno mantenuto l’aspetto di un tempo, Fra questi figurano l' ingresso e gli edifici laterali conservati esattamente come li vedevano i dipendenti dell’epoca. Ma non vanno trascurati la seconda sala della filatura, che copre circa 5000 mq ed è utilizzata per eventi cittadini, la torre che conteneva l’acqua per antincendio, per umidificare gli ambienti lavorativi e per i bagni, o ancora il teazer (locale cardatura): sede attuale della Pro Loco di Piazzola sul Brenta e museo di alcuni disegni tecnici restaurati dello Jutificio, visitabile durante l’orario di apertura. E poi ci sono i luoghi più iconici: la ciminiera e il locale caldaie.
Un po' di storia
Edificato il 6 febbraio 1890 dai soci Tiso, Scalfo (tessitori di Cittadella), Pavan e Paolo Camerini che possedeva il terreno, viene completato nel 1894. Quando nel 1901 Camerini diventa unico proprietario arriva a coprire 22.000 metri quadrati completamente chiusi da un muro di mattoni rossi. Nel 1926 saranno circa 1100 i suoi dipendenti. La manovalanza era a prevalenza femminile e alle madri veniva messa a disposizione anche un’area per allattamento e cura dei piccoli. Nel 1978 dopo un periodo di scioperi e difficoltà lo Jutificio chiude, lasciando senza lavoro i 170 operai rimasti.
Curiosità
Della prima sala della filatura rimangono alcune colonne in ghisa ancora visibili in quella che oggi è una piazza. La juta arrivava da Calcutta attraverso la ferrovia che entrava direttamente nello stabilimento dove era previsto uno snodo per permettere al vagone di ruotare di 180° e uscire. Le macchine, come tutta la documentazione e i primi responsabili dei reparti, erano inglesi. Sembra siano stati proprio questi a dare vita alla prima squadra di calcio piazzolese, l’attuale «Plateola».
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