SHARRYLAND
Dov'è
Cos'è e dov'è
Da un portale in legno di noce lavorato a cassettoni si scorge un'aula ampia, costellata da alte ed esili colonne che sorreggono le volte del soffitto. In fondo, sulla parete davanti a noi, un rosone spicca solitario, inondando lo spazio di luce. Ordinate file di banchi in legno occupano gli spazi tra le colonne... Ci aspetteremmo inni sacri e profumi di incenso, se non fosse che... Questa non è una chiesa, ma l'Aula del Nuti, la sala più suggestiva dell'antica Biblioteca Malatestiana di Cesena.
Perché è speciale
L'Aula del Nuti prende il nome dal suo costruttore, Matteo Nuti, ed incanta per la sua grandiosità . Nonostante presenti una pianta basilicale e si trovi all'interno di un complesso conventuale, questa grande sala nasce proprio con l'intenzione di essere una biblioteca, tanto che il suo orientamento spaziale e la presenza di molte finestre sono studiati appositamente per sfruttare al meglio ogni ora di luce, riducendo l'uso di candele e, di conseguenza, il rischio di incendi. Forse è anche grazie a questo stratagemma che la ricchissima ed antica raccolta e la sua sede si sono conservate intatte nel tempo. Questo risultato è valso alla Biblioteca Malatestiana l'inserimento dall'Unesco nel Registro della Memoria del Mondo nel 2005, la prima in Italia ad essere insignita di questo riconoscimento.
Da non perdere
Visto che l'aula non è una chiesa, neanche i banchi al suo interno servono per pregare. Sono piuttosto dei «plutei», un arredo in legno tipico delle biblioteche antiche, che unisce la funzione di armadio e di leggio, o banco da lettura. Questi in particolare custodiscono ancora molti vecchi volumi che vi sono
Un po' di storia
L'aula del Nuti è il nucleo più antico della Biblioteca Malatestiana, lascito di Domenico Malatesta, Signore di Cesena, alla sua città . La sua costruzione iniziò nel 1447 sotto la guida di Matteo Nuti. Inaugurata nel 1454, venne ben presto data in gestione congiunta al Consiglio Comunale e ai frati francescani. Sul finire del ‘700, durante la dominazione napoleonica, il convento venne usato come quartiere per le truppe francesi e l’intera collezione fu spostata nella Chiesa di San FIlippo. L'aula del Nuti, imbiancata, divenne dormitorio per i soldati. Già nel 1801, però, la città si impegnò nel ripristino della biblioteca, che oggi ammiriamo nei suoi spazi originali.
CuriositÃ
A pensarci bene, fa un certo effetto pensare che i libri siano incatenati ai plutei: questo deriva dal fatto che la Biblioteca Malatestiana nasce per essere una biblioteca «pubblica», ossia aperta alle consultazioni di dotti e studiosi. Proprio per questo la Biblioteca Malatestiana viene definita la prima biblioteca civica d'Italia.
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