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Meraviglia
Meraviglia  }  Borgo

L’antico Chiostro di Sant’Antonino

Un'oasi di pace e silenzio in centro a Varese

Dov'è

Lombardia

Corso Giacomo Matteotti, 53, 21100 Varese VA, Italia (0m s.l.m.)

Indicazioni stradali
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Cos'è e dov'è

Uno spazio chiuso, immerso nel cuore della città eppure calmo e tranquillo, come se si trovasse in un altro mondo. All'ombra dei portici che definiscono il chiostro, sembra di poter sentire ancora oggi il fruscio delle vesti delle monache benedettine di clausura dell’ordine di Sant’Antonino, che qui vivevano. Costruito tra il 1571 e il 1606, conserva tuttora la sua forma originaria e, anche se oggi vi si affacciano residenze private, è ancora possibile ammirare alcuni affreschi e le entrate agli antichi ambienti un tempo dedicati alle educande.

Perché è speciale

Se si desidera un po’ di silenzio e tranquillità, non c'è luogo migliore del Chiostro di Sant'Antonino. Conosciuto da molti e frequentato da pochi, consente di ritrovare nel cuore di Varese la sua antica storia; rimasto quasi intatto per volere dei proprietari, conserva intatto il legame con le sue origini.

Da non perdere

Al suo interno si scoprono frammenti della sua vita precedente: gli splendidi affreschi appartenenti alla vecchia chiesa, come l’edicola con l’Immacolata di Federico Bianchi. Meravigliose poi le aiuole a decoro del chiostro, ancora più belle con le fioriture primaverili, racchiuse tra un porticato scandito da colonne binate, opera dell’architetto Giuseppe Bernasconi.

Un po' di storia

L'attuale complesso chiamato «Case Veratti» fu un monastero dove le monache benedettine di Luvinate furono trasferite su ordine del Cardinale Borromeo. Situato nell’antico borgo per volere dei varesini, per prima cosa fu costruita la Sala Veratti, per poi passare al chiostro, di collegamento tra la Chiesa e il Refettorio. Nel 1600 fu sede della Scuola delle Educande per le ragazze Varesine; quando nel 1789 il monastero fu soppresso, l'intero complesso fu acquistato da Pietro Veratti, avo degli attuali proprietari, che lo trasformò in case private e botteghe.

Curiosità

La chiesa, che si affacciava sull’attuale Corso, aveva un doppio ingresso: uno interno e uno esterno. Di essa, rimangono gli affreschi interni al chiostro. Parte del monastero era bagnato dalle acque del Vellone e nel 1736 fu realizzato un ponte, detto la «Campagnola», che collegava il convento e il terreno di sua competenza. Il materiale utilizzato è di recupero, tanto che si possono notare alcune colonne romane tra quelle presenti.

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Consigliato da
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Nel pieno centro cittadino immerso nel vociferare della gente a passeggio si può approfittare di un momento di pace e di silenzio in un antico chiostro cinquecentesco.

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