SHARRYLAND
L’Abbazia di Chiaravalle della Colomba
Bellissima abbazia cistercense in mattoni rossi che spicca nel verde della campagna piacentina
Dov'è
Cos’è e dov’è l’abbazia di Chiaravalle della Colomba
Nella campagna piacentina, poco lontano dall’autostrada, c’è un’abbazia cistercense accompagnata da un piccolo borgo dal sapore agricolo. È l’abbazia di Chiaravalle della Colomba.
Perché è speciale: l’autentica semplicità cistercense
La facciata romanica a doppia capanna è preceduta da un portico più tardo ma ancora romanico, entrambi sono decorati da un motivo di archetti pensili e di mattoni disposti a dente di sega. L’interno è sobrio come in tutte le architetture dei cistercensi: tre navate sorrette da poderosi pilastri, coperte da volte decorate con costoloni. La struttura è praticamente intatta tranne le due cappelle laterali di gusto rococò su uno dei transetti. Sull’altro c’è la scala d’accesso al dormitorio. In sagrestia, il luogo dove venivano conservate le reliquie, si trova una bella crocifissione.
Da non perdere: il chiostro
Il vero tesoro di questa abbazia è il meraviglioso chiostro gotico: un quadrilatero su cui si aprono quadrifore alternate a contrafforti. Ai quattro angoli si trovano le colonne intrecciate col nodo, ricavate da un unico blocco di marmo di Verona. I capitelli delle colonne sono molto semplici, straordinarie sono invece le mensole su cui poggiano le volte: motivi vegetali, animali fantastici, affaticate cariatidi di chiara derivazione antelamica. Da non perdere sono i due capitelli che reggono l’arco a sesto acuto sul lato sud, uno in particolare presenta una Madonna con Bambino circondata dagli apostoli. Bellissimo anche l’accesso alla sala capitolare con tre archi gotici finemente decorati, come un prezioso ricamo.
Curiosità: la bottega dei monaci
Prima di uscire non dimenticate di fare un salto alla bottega di monaci alla ricerca dei prodotti per la salute, in particolare i liquori. Sono famose le Gocce Imperiali, un rimedio per disturbi digestivi e altro. Le conosceva bene anche D’Annunzio, che così le descriveva: «Essenza tra il mistrà e l’assenzio con altri succhi medicinali, squisitissima… poche gocce bastano a trasmutare un bicchiere d’acqua in una specie di opale paradisiaca».
Un po’ di storia
L’abbazia venne fondata per intervento diretto di San Bernardo nel 1136 e, agli inizi del ‘200, era già stata completata. Dopo una parziale distruzione ad opera di Federico II nel 1248, venne ristrutturata e ampliata con l’aggiunta del chiostro gotico. Agli inizi del ‘900 la chiesa venne depurata di tutte le sovrastrutture barocche che si erano aggiunte nel tempo e riportata quasi completamente alla purezza romanica.
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