SHARRYLAND
Itinerario Medievale e degli Oratori
Una passeggiata nel cuore di una città ricca di pathos e spiritualità
Dov'è
Il nome di Urbino richiama subito alla mente la potenza del Ducato, le sue ricchezze e le meraviglie artistiche che i ricchi mecenati hanno commissionato ai migliori artisti della loro epoca per celebrare la città. tuttavia, neanche Urbino si esime da un tratto molto importante dei borghi italiani del Medioevo e del Rinascimento: la spiritualità. C’è tra le strade, i vicoli e le scalette, un filo rosso che, passando di scorcio in scorcio, lega fra loro i più bei luoghi di culto della città. E oggi vi proponiamo proprio di mettervi sulle tracce di questo filo, lasciandovi condurre alla scoperta di luoghi suggestivi e meravigliosi nascosti tra le pietre del borgo.
Una passeggiata nella spiritualità urbinate
L’inizio è a dir poco spettacolare: il nostro cammino parte infatti dall’Oratorio di San Giovanni Battista, a pochi passi da Piazza della Repubblica, in fondo a Via Barocci. È qui che si trova l’accesso a quello che si può considerare lo scrigno del lascito pittorico dei fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni da Sanseverino, realizzato nel 1416. L’oratorio, con la sua caratteristica copertura lignea policroma a carena di nave, presenta quattro pareti finemente dipinte con raffigurazioni della Crocifissione nell’abside e delle Storie della vita di San Giovanni Battista nella navata.
La seconda tappa dell’itinerario si trova giusto a fianco dell’Oratorio di San Giovanni Battista: un altro bel portale ci introduce all’Oratorio di San Giuseppe. Qui, rimarrete estasiati dalla bellezza dei tesori custoditi al suo interno: la statua del Santo troneggia sull’altare maggiore di Giuseppe Lirioni, attorniata da affreschi decorativi di pregevole fattura. Ma è nella Cappella del Presepe che ci si ritrova catapultati in una grotta. È l’opera manieristica di Federico Brandani, dall’imponente presenza: un presepe in stucco a grandezza naturale che crea l’effetto di una grotta scavata nella roccia. Mentre nella Cappella dello Sposalizio si trovano gli stucchi del plasticatore urbinate Francesco Antonio Rondelli, carichi di simboli riconducibili ad una leggenda dei vangeli apocrifi.
Passeggiando a ritroso e tornando al tratto iniziale di Via Barocci, incontrerete l’Oratorio delle Cinque Piaghe. Questa è una gemma rara, l’unico esempio di stile barocco-rococò in tutta Urbino. La realizzazione della struttura risale al 1643, ma il suo piccolo portale di accesso è di matrice settecentesca. Al suo interno, le ampie volte sono incastonate in un’architettura sobria. Il tutto viene arricchito da una decina di cornici dorate contenenti le Scene della Passione di Cristo dipinte da artisti urbinati della tradizione baroccesca. Una volta tornati all’esterno, solo pochi passi ci separano dall’imbocco di Via Raffaello.
È giunto il momento di ammirare il convento di San Francesco, uno tra i primi edifici ad accogliere i visitatori una volta raggiunto il centro. Impossibile non rimanere rapiti dalla sua austera imponenza: dopotutto, la chiesa è considerata il «pantheon» degli urbinati poiché vi sono sepolti cittadini illustri come Giovanni Santi e Magia Ciarla, genitori di Raffaello Sanzio, e il pittore Federico Barocci. Al suo interno, troverete capolavori di arte religiosa che recano le illustri firme del Barocci, per l’appunto, di Giuseppe Passeri e di Ercole Procaccini. Un memoriale che rende omaggio a chi ha scritto la storia di Urbino.
Quasi una caccia al tesoro: alla ricerca del Trecento di Urbino
Arrivati a questo punto, si può proseguire l’esplorazione del centro alla ricerca di altri particolari più umili rispetto ai bellissimi oratori, ma antichi e testimoni della maestria degli scalpellini locali. È quasi una caccia al tesoro, perché si tratta di elementi che potrebbero passare inosservati a chi passeggi distrattamente, ma che sapranno svelarsi agli occhi attenti degli amanti dei particolari. Sono i Portali Gotici, le uniche testimonianze del Trecento Urbinate. Sono quattro, e sono dislocati in vari punti della città. Imboccando Via dei Fornari ne scorgerete uno presso Casa Porfiri, del vicino cortile inferiore di Palazzo Bonaventura – Odasi. Proseguendo l’esplorazione attraverso Via Santa Chiara ne potrete ammirare un altro presso l’Oratorio della Croce; e infine presso l’antico Palazzo dei Montefeltro in Via Saffi, oggi sede universitaria.
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