Isola di Pianosa-Parco Nazionale Arcipelago Toscano

Da non perdere

Da visitare i luoghi delle memorie, per non dimenticare. Il cimitero con le lapidi senza nome dei carcerati dimenticati dai famigliari e la mostra dei «Pianosini», gente nata e cresciuta qui e poi costretta ad abbandonare l'isola e le case dove avevano vissuto, magari da generazioni, alla chiusura del carcere. Persone che possono tornare solo per pochi giorni all'anno nell'isola per fare azioni di volontariato e salvaguardia dei loro ricordi e aiutare a ripercorrere storie come quella del Presidente Pertini, qui confinato all'epoca del fascismo.

Un po' di storia

L'isola ha una storia complessa e affascinante. Fu tappa di navigazione già nel neolitico, fu poi l'approdo di naviganti di ogni terra. In epoca romana iniziò la sua storia come confino di lusso per il nipote dell'Imperatore Augusto, e sempre a Pianosa, venne assassinato Agrippa. Col tempo fu meta di esuli cristiani che vi edificarono estese catacombe, poi luogo di pirati e corsari. Durante il Regno d'Italia passò ad essere carcere agricolo, per poi mutare in carcere di massima sicurezza. L'ultimo detenuto ha lasciato l'isola solo nel 1997 alla chiusura definitiva del carcere.

Curiosità

I misteri di Pianosa sono tanti quante possono essere le storie dei suoi detenuti. Una su tutte racconta del nipote omosessuale e amante delle orge dell'Imperatore Augusto, qui confinato con la sua «corte speciale» fra teatri, piscine, e terme di lusso. Storie di pirati, corsari, minorenni in riformatorio, carcerati dimenticati da tutti, nemici politici del fascismo e poi boss mafiosi tragicamente famosi, se queste scogliere potessero parlare, potremmo rimanere ad ascoltarle per anni.