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Dov'è
Cos'è e dov'è
Antiche rovine, architetture nascoste fra gli alberi, grotte, fontane e ricordi di esseri soprannaturali che qui, un tempo, si aggiravano. Sembra il luogo ideale per ambientare un racconto di fantasia, e invece è reale: un bosco che si distende alle spalle di Palazzo Chigi, ad Ariccia, per una superficie di 28 ettari. Creature magiche a parte, sono gli alberi centenari ad essere emozionanti. Alcuni esempi? Una meravigliosa quercia vanta ben quattrocento anni mentre una sequoia piantata nel 1860, si candida ad essere la più antica sequoia d’Europa!
Perché è speciale
Una delle caratteristiche più emozionanti di Parco Chigi è strettamente legata all’origine del bosco. Prima di essere collegato al grandioso palazzo, infatti, era stato un bosco sacro, Nemus Aricinum. All’epoca era molto più esteso, ma quello che rimane oggi conserva ancora la forte carica emotiva di una vegetazione ricca di mistero, dove si entrava temendo o sperando un incontro con la dea Diana che si aggirava tra gli alberi. La connessione con la dea è rimasta anche all’epoca dei Savelli e poi dei Chigi: il bosco era la loro riserva di caccia, tanto che ancora oggi è conosciuto come Barco Chigi.
Da non perdere
Tra le architetture e i monumenti che poco a poco andarono ad impreziosire il bosco, uno tra i più suggestivi è sicuramente l'Uccelliera. Fu realizzata per volere dei Savelli nel 1628 sfruttando l’ambiente di un’antica cava romana. Eleganti archi sono rimasti sospesi in mezzo al verde, a ricordo dell’antica voliera. Due secoli più tardi, quest’area venne arricchita di una fontana centrale e trasformata in un giardino.
Un po' di storia
Il Parco Chigi nasce come «Barco» della famiglia Savelli, cioè area recintata destinata alla caccia, che si è sviluppato soprattutto nel ‘600 con le progettazioni del Bernini e del Fontana. Nel corso del ‘700 e dell’800 il parco è stato meta del Grand Tour d’Italie, insieme alla Locanda Martorelli, riprodotto in numerosi dipinti di artisti e descritto nelle opere letterarie di Goethe, Stendhal e D’Annunzio. La storia del luogo in sé e per sé, invece, risale molto più indietro, come testimoniano i blocchi superstiti di un monumento del I sec. d.C. del propretore della Mesia, Tiberio Latinio Pandusa, che proviene dall’Appia Antica.
Curiosità
All’epoca del Grand Tour furono molti i nomi illustri che vennero a visitare il parco. Si racconta, però che anche qualcuno di ben diverso da loro abbia usufruito del bosco: si tratta del temibile brigante Gasparone, che, all'epoca dei Chigi, si rifugiava in una grotta nascosta nel folto della vegetazione ed ancora oggi esistente.
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