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Il castello di Malpaga, buen ritiro di Bartolomeo Colleoni
Un castello circondato da un fossato, attorno le case di soldati e servitori: ecco l’ultima dimora del condottiero che volle farsi principe
Dov'è
Cos'è e dov'è il Castello di Bartolomeo Colleoni
Bartolomeo Colleoni, il grande Capitano di Ventura, acquistò dal Comune di Bergamo, allora dominio della Repubblica veneta, un castello diroccato. Ben presto lo trasformò in una dimora elegante e raffinata ma inespugnabile, circondata com’era da un doppio fossato, uno intorno all’edificio principale, adesso ricoperto d’erba, l’altro intorno alle residenze, dove corre oggi la strada. Qui teneva la sua corte, a testimonianza del successo ottenuto nella sua vita, e riceveva ospiti illustri. I suoi eredi continuarono l’opera di trasformazione arricchendo la dimora che divenne una vera villa di delizia.
Perché è speciale: un tesoro di affreschi gotici
L’interno è davvero splendido, composto di numerose sale interamente affrescate intorno ad un cortile quadrato anch’esso affrescato. Le sale più antiche sono quelle del piano superiore con eleganti pitture in stile gotico internazionale, di scuola borgognona, purtroppo in cattivo stato di conservazione. I temi sono fiabeschi e cortesi. La loggia che corre lungo tutto il piano sul cortile è anch’essa coperta di affreschi seicenteschi.
Da non perdere: le sale rinascimentali
Le sale al piano inferiore sono le meglio conservate e le più affascinanti, con gli affreschi rinascimentali voluti dagli eredi del condottiero e attribuiti al Romanino. Splendido il Salone dei banchetti in cui viene rappresentata a vivaci colori la visita di Cristiano I al castello, con scene di caccia, di tornei, di banchetti. Prima di uscire non dimenticate di alzare gli occhi al meraviglioso soffitto a cassettoni di legno dipinto. Anche l’affresco del cortile, nella parete di fronte all’ingresso non è da perdere, pur con i suoi colori un po’ sbiaditi: rappresenta la battaglia della Riccardina, una delle imprese del Colleoni.
Un po' di storia
Il castello originario risale al XIV secolo e di esso resta la torre; il Colleoni (1395-1475) lo acquistò nel 1456 e, due anni dopo, vi si trasferì con la moglie e le figlie. È del 1474 la visita del re di Danimarca. Gli affreschi del Romanino sono stati eseguiti tra il 1520 e il 1530.
Una curiosità... un po’ osé?
Il castello è decorato ovunque dallo stemma del Colleoni, scolpito, dipinto, graffito. E sì, è proprio quello che sembra, tre coppie di testicoli. La tradizione sostiene che alludesse ad una «anomalia» del condottiero, in realtà è solo una traduzione in immagine del cognome; al massimo, se di anomalia si trattava, era quella del suo antenato, il primo a portare quel cognome. Pare comunque che il condottiero ne fosse molto fiero e lo portasse con orgoglio; certo ancora oggi, con un’espressione politicamente un po’ scorretta, di un uomo forte si dice che è un uomo «con gli attributi».
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