SHARRYLAND
Dov'è
Cos'è e dov'è
Ci sono dei luoghi così particolari che nei tempi antichi hanno dato vita a favolose leggende. Eroi, divinità, streghe, mostri e prodigi continuano a rivivere attraverso le pietre e il paesaggio, nonostante non manchino le spiegazioni scientifiche sulla morfologia del luogo. È il caso di un angolino del territorio di Giuggianello, comune della Puglia. Si tratta di una collina ricca di grandi formazioni calcarenitiche di epoca miocenica, scolpite dal vento e dalla pioggia per millenni. Ma questo luogo sorvola la scienza, imbevuto com'è di miti e leggende. Basta pensare al nome che, già da sé, è tutto un programma: ci troviamo sulla Collina dei Fanciulli e delle Ninfe.
Perché è speciale
La collina è disseminata di ulivi e grossi blocchi calcarei sparsi tra l’erba. Alcuni di essi hanno un nome e una storia, ma non ignorate gli altri: nulla è quello che sembra. Anzi, cominciamo proprio da loro, dalle rocce minori. Un tempo c’erano solo ulivi e prato. Viveva qui una vecchina che invitava i passanti a rispondere a un indovinello. Chi ci fosse riuscito avrebbe vinto una chioccia con sette pulcini d’oro. Peccato che la vecchia fosse una strega e l’indovinello impossibile. I malcapitati finivano tramutati in pietra, che un orco distribuiva lungo la collina. Quindi sì, siete appena passati attraverso un campo di anime perdute!
Da non perdere
Una leggenda, certo, eppure qualche testimonianza della vecchia è rimasta. Guardate uno dei blocchi più grossi. È circolare e abbastanza piatto, sembra un giaciglio. La tradizione vuole che fosse il riparo della strega. Come lo sappiamo? Dal suo nome, Lu Lettu te la Vecchia, ossia Il Letto della Vecchia. Ma trasformare i passanti in pietre non era il suo unico passatempo. La strega a volte filava. Vedete quell’agglomerato di rocce che sembra un fungo su uno stelo? Beh, oggi diciamo così perché non sappiamo più com’è fatto un arcolaio, ma i locali chiamano queste pietre Lu Furticiddhu te la Vecchia, Il Fuso della Vecchia.
Un po' di storia
Si dice però che non sia stata lei a fabbricare questo strumento. Sembra infatti che questo blocco sia il mitico “Masso Oscillante d’Ercole”. L’eroe avrebbe sollevato un masso gigantesco e pesantissimo con facilità estrema e se lo sarebbe gettato alle spalle facendolo cadere in modo tale che anche un bambino sarebbe riuscito a farlo oscillare con un dito. Se vi state chiedendo cosa c’entri Ercole in tutta la nostra storia, eccovi serviti. Guardate quest’altro monolite, basso e lungo, che termina con delle frange, anzi, quasi delle dita. Vedete? Questo è il Piede di Ercole, o meglio, l’orma che lasciò quando passò su questa terra.
Curiosità
Ormai manca solo una cosa da spiegare: che c’entrano i fanciulli e le ninfe della collina con Ercole e la strega? Eh, questa è un’altra storia. Ricordate quando vi ho detto che niente è come sembra? Secoli fa, dei giovani pastori si innamorarono di alcune giovani e bellissime ragazze che danzavano su questa altura. Per conoscerle, le sfidarono nella danza, ma le ragazze erano insuperabili. Tenaci e innamorati, i ragazzi reclamarono comunque il loro premio, ma non sapevano che il loro destino ormai era segnato: quelle che avevano sfidato erano ninfe, che punirono la loro superbia trasformandoli in ulivi.
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