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I marmi policromi della pieve di San Giovanni
A Tremosine, gli altari che un maestro fiorentino dell’intarsio in pietre dure ha creato per questa chiesa di montagna
Dov'è
Cos'è e dov'è
La chiesa si trova ed anzi dà nome al capoluogo comunale, Pieve di Tremosine per l’appunto. L’edificio sacro sorge non casualmente su un risalto che in età pagana era sede di un culto: ‘alto luogo’ che doveva essere visibile da tutto il territorio circostante e di conseguenza eccezionalmente panoramico per chi vi si trovava. Il sagrato difatti s’affaccia a un salto impressionante, con la vista che spazia sulla sponda veronese del Garda, sotto la dorsale del Monte Baldo, da Malcesine alla punta di San Vigilio, con la costa di Sirmione all’orizzonte.
Perché è speciale
La pieve è il fulcro di un complesso di edifici che sorge sul ciglio dell’altopiano di Tremosine e dunque apprezzabile nel suo insieme affacciandosi agli altri belvedere del capoluogo. Degno di nota è in particolare il campanile, che ha mantenuto le forme della fase romanica, con specifica menzione per il concerto delle campane, fuse nel 1821 dai Cavadini di Verona. La chiesa, tanto è sobria all’esterno, tanto si rivela ricca all’interno, un vero scrigno d’arte sacra: dipinti, arredi lignei e intarsi marmorei, valorizzati dalla luce di bellissimi lampadari in vetro di Murano, certo singolari per una chiesa di montagna.
Da non perdere
L’altare maggiore in marmi policromi è opera di Domenico Corbarelli (1656-1731), rappresentante di una celebre famiglia di intarsiatori originaria di Firenze. Furono loro a introdurre in Lombardia e Veneto l’arte del ‘mosaico alla fiorentina’, che consiste nel giustapporre tasselli di pietra seguendo un disegno di riferimento, ragion per cui si parla anche di ‘marmi commessi’ (dal latino committere, congiungere). Specialità dei Corbarelli sono le composizioni naturalistiche animate da uccelli e farfalle dagli straordinari colori. Di loro mano sono anche i pannelli decorativi di altri altari della chiesa.
Un po' di storia
Il termine ‘pieve’ (dal latino ‘plebs’, popolo) rimanda ai primi tempi del Cristianesimo e indica la chiesa di riferimento di un certo territorio. Una sorta di chiesa madre, che spesso sorgeva su luoghi sacri pagani a ribadire il trionfo della nuova dottrina. Questo è successo anche a Tremosine, tant’è che sul sagrato sono murati i resti di un altare romano. La chiesa odierna è il risultato di un lungo divenire: la prima cappella, eretta nell’VIII-IX secolo, venne sostituita dopo il Mille da una chiesa romanica ad aula e infine nel Cinquecento dalla costruzione destinata ad acquisire la sua attuale forma tra Sei e Settecento.
Curiosità
Si ritiene che la primitiva chiesa cristiana sia sorta sul luogo di un tempio a Bergino, divinità delle montagne venerata dai Galli Cenomani. Questa popolazione era scesa d’Oltralpe nel V secolo avanti Cristo e si era insediata a scapito degli Etruschi nei territori compresi tra i fiumi Oglio e Adige, avendo come caposaldi gli insediamenti preromani di Brescia (dal celtico brig, ‘colle’) e Verona (dal celtico, feronn, ‘fiume’), e come confinanti gli Insubri a ovest e i Veneti a est.
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