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Meraviglia  }  Opera d'arte

Gli affreschi della chiesa di Sant’Agostino a Rimini

La chiesa più antica di Rimini e uno splendido ciclo di affreschi attribuiti alla scuola di Rimini

Dov'è

Emilia-Romagna

Via Cairoli, 36, 47921 Rimini RN, Italia (0m s.l.m.)

Indicazioni stradali
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La scuola di pittura di Rimini: un po’ di storia

Una scuola di pittori di buon livello c’era già a Rimini prima del 1300, era una scuola di tradizioni bizantine naturalmente, ma la sua affermazione la si deve alla contaminazione giottesca. Giotto arrivò a Rimini più o meno in quegli anni, portato dai Malatesta per lavorare alla chiesa di San Francesco, quella che divenne poi il Tempio malatestiano.

Perché è speciale: l’eredità di Giotto

Delle opere giottesche rimane solamente un bellissimo crocifisso, ma la sua influenza sui pittori riminesi fu immensa e diede vita a quella che fu la grande Scuola di Giovanni da Rimini. Corpi solidi, personaggi reali, con sentimenti reali, architetture che intuiscono già la prospettiva, attenzione ai dettagli, questo si può trovare negli affreschi della chiesa di Sant’Agostino. Si tratta di due cappelle, una dietro l’altare maggiore, l’altra alla base del campanile; quest’ultima, molto rovinata, racconta le storie di Maria, l’altra ben restaurata racconta le storie di San Giovanni Evangelista e di Sant’Agostino.

La cappella di San Giovanni Evangelista

La storia di San Giovanni non è in ordine cronologico e si fatica a seguirla. Comincia col santo immerso in un calderone bollente, secondo il supplizio ordinato per lui dall’imperatore Domiziano. Salvato dagli angeli viene esiliato nell’isola di Patmo, dove viene rappresentato intento a scrivere l’apocalisse circondato da bestie mostruose e da Angeli che suonano la tromba. Morto Domiziano, Giovanni può tornare dall’esilio e si reca a Efeso dove trova in corso i funerali della sua discepola Drusiana, non è giunto in tempo per salutarla e quindi la risuscita.

Da non perdere: l’episodio del tempio pagano

Sfidato dal sacerdote del tempio di Artemide a pregare gli idoli, San Giovanni fa crollare il tempio in una delle scene più belle e realistiche dell’intero ciclo di affreschi, con le colonne che si spezzano e le statue degli idoli che volano di qua e di là. Si capisce qui che i Riminesi un terremoto lo hanno visto davvero, nel 1308. Al centro dietro l’altare, campeggia la Maestà di Cristo, sotto una bellissima Madonna con Bambino di gusto ancora bizantino, e sotto ancora il Noli me tangere.

Curiosità: il ritratto di Dante

Una curiosità da non perdere nella chiesa è il presunto ritratto di Dante Alighieri, l’uomo con l’abito verde tra i partecipanti ai funerali di Drusiana. Ha ancora traccia della corona d’alloro che gli dipinse Vincenzo Belli, lo scopritore degli affreschi della chiesa, rimasti sepolti fino al terremoto del 1916. Mancavano i fondi per il restauro e il richiamo del Sommo Poeta poteva muovere le pedine giuste, anche in vista delle celebrazioni per il sesto centenario della sua morte. Con la complicità di qualche illustre storico dell’arte, grazie all’immaginario ritratto di Dante, i fondi arrivarono e gli affreschi furono restaurati.

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Consigliato da
Patrizia Iome

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