SHARRYLAND
Dov'è
Cos'è e dov'è
Eccoci qua, sperduti fra le campagne dell'entroterra udinese, quando, in lontananza, la vediamo... La torre del castello, in posizione sopraelevata, riflette la luce del sole come un faro che ci indica la strada, mentre il duomo si staglia, con il suo campanile imperioso, ai piedi delle Pre-Alpi Giulie. È Gemona del Friuli.
Perché è speciale
La cosa davvero sorprendente è sapere che, per quanto si sia cercato di mantenere l'aspetto originario delle costruzioni antiche, la città è praticamente nuova, interamente ricostruita con criteri antisismici dopo la violentissima sequenza sismica che fra maggio e settembre del 1976 rase al suolo l'intero centro abitato e i comuni vicini. Oggi è il simbolo della rinascita della regione.
Da non perdere
Ogni anno, durante il primo fine settimana del mese di agosto, si svolge la manifestazione «Tempus est jocundum» nella quale occasione il centro storico si colora di di compagnie teatrali erranti, mercanti e abili artigiani che riconducono, anche se solo per poche ore, la città in pieno periodo medievale. In effetti, è proprio fra il XIII e il XIV secolo che Gemona, sotto il Patriarcato di Aquileia, divenne importante centro di traffici commerciali.
Un po' di storia
Sotto il Patriarcato di Aquileia Gemona conobbe il suo massimo periodo d'oro, dal XIII al XIV secolo, arricchita con chiese, case signorili e un castello con cinta muraria a protezione degli abitanti. Castello che subì anch'esso enormi danni dopo il terremoto del 1976. E oggi, la torre dell'orologio, è un esempio di ricostruzione antisismica applicata ad un edificio storico, in pietra. Infatti, nonostante esternamente gli sia stato conferito lo stesso aspetto che aveva prima del sisma, all'interno è stata rinforzata con uno scheletro in acciaio su tre livelli, garantendole maggior stabilità e sicurezza.
Curiosità
La cultura della memoria qui è fortemente radicata ed essenziale. Questo non riguarda solamente il grave evento sismico del 1976, ma prevede un dispiegamento di forze atto a non perdere memorie, saperi e tradizioni, in un contesto culturale di più ampio respiro. Tuttavia è innegabile che il terremoto abbia segnato la storia del borgo e per questo c'è un museo interamente dedicato, per non dimenticare e per fare scuola ad altre realtà italiane che, con molta più fatica, tentano di rialzarsi.
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