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Dolceacqua, la pittoresca patria del Rossese
Dalla Riviera dei Fiori alla scoperta della Valle del Nervia
Dov'è
Cos'è e dov'è
Dalla strada costiera tra Bordighera e Ventimiglia, si risale la valle del torrente Nervia dapprima tra coltivazioni di ginestre e mimose, quindi tra oliveti e vigne. Si giunge così in vista del borgo di Dolceacqua, sovrastato dal Castello dei Doria. Più da vicino se ne intuisce lo sviluppo urbanistico: la parte medievale, detta Terra è impostata a gironi concentrici e ripide scalinate ai piedi del maniero; di là dal torrente è invece l'espansione quattrocentesca, il Borgo. A collegare i due nuclei è un pittoresco ponte a schiena d'asino, 33 metri in unica campata, che l'impressionista Monet ebbe a definire “un gioiello di leggerezza”.
Perché è speciale
Girare tra le viuzze del borgo accompagnate da case in pietra è un'esperienza fuori dal tempo in un continuo presentarsi di scorci eccezionalmente fotogenici. Poi, varcando antiche soglie, ci si trova di fronte a veri tesori: come nel caso della barocca chiesa di Sant'Antonio Abate. All'interno, infatti si ammira uno splendido polittico del Cinquecento, dedicato a Santa Devota, martire corsa vissuta a cavallo del III e IV secolo. Il grande dipinto fu donato alla chiesa in occasione del matrimonio tra Luca Doria di Dolceacqua e Francesca Grimaldi di Monaco, a sancire il forte legame che ancora oggi sussiste tra il borgo ligure e il principato di Montecarlo.
Da non perdere
L'ultima domenica del mese offre un simpatico pretesto per raggiungere Dolceacqua: il Mercatino dell'Antiquariato e del Biologico, che si divide tra i due rioni storici. Nel Borgo, le bancarelle occupano l'ampia piazza Garibaldi, sul lungofiume; oltre il Ponte vecchio, invece, i commercianti godono di una scenografia speciale, la variopinta chiesa di San'Antonio Abate, in piazza Padre Giovanni Mauro. Nell'occasione il Comune organizza visite guidate al Castello dei Doria e degustazioni di prodotti tipici locali nella sede locale dell'Enoteca Regionale della Liguria.
Un po' di storia
Dolceacqua (m 51) acquista importanza nel Medioevo come primo centro di passaggio sull'itinerario che risale la valle del Nervia fino al valico della Colla di Langan (m 1127), oltre la quale si discende la Valle Argentina verso Triora (m 766). Il borgo lega la sua vicenda alla famiglia dei Doria dal 1257 e a loro deve la costruzione del castello, che più volte l'ha difesa dalle mire delle casate antagoniste. Più dell'epica, però, vale l'enologia perché il Comune è citato nelle antiche cronache per il suo vino, il Rossese, tratto da uve importate in età remota dalla Grecia e messe a dimora sulle terrazze in pietra a secco che accompagnano la valle.
Curiosità
Per una bizzarra forma di contrappasso un paese che ha per nome Dolceacqua trae notorietà da un vino, il Rossese, bevanda di antica rinomanza, lodato da papi e imperatori, di colore rubino tendente al granato con l’invecchiamento, morbido e caratteristico per il profumo di rosa appassita e la sottile vena amarognola. La produzione, pervenuta alla Doc nel 1972, s'allarga da Dolceacqua al territorio della media valle del Nervia. Di fatto è l’unico rosso di spiccata personalità della Liguria ed è caratteristico l’uso che localmente se ne fa in cucina, per marinare le carni, come richiede per esempio la ricetta del coniglio alla ligure con le olive taggiasche.
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