SHARRYLAND
Diano Marina, città simbolo della Resilienza Ligure
Oggi è una cittadina placidamente affacciata sul mare, ma qua e là svela tracce del suo passato combattivo
Dov'è
Cos'è e dov'è
Camminiamo sul Molo delle Tartarughe che si addentra nel mare per diverse centinaia di metri dal lungomare Carcheri. Dal punto più estremo, proprio sulla testa della tartaruga fatta di scogli ammassati gli uni sugli altri, ci godiamo la magnifica vista sul Golfo Dianese, mentre il vento ci scompiglia i capelli. A parte la linea di costa, dove si erge oggi la parte più moderna della città quasi tutta riedificata dopo il terremoto, sono le frazioni a rivelare una parte importante della storia, in particolare Diano Calderina, ad ovest della città.
Perché è speciale
Una città che ha conosciuto i mille pericoli provenienti dal mare, con le frequenti incursioni di barbari e corsari fra il XVI e il XIX secolo, ma anche la forza tremenda della terra, con il terremoto del 23 febbraio 1887, da cui si rialzò rinnovata nella meravigliosa forma odierna. Solo grazie al suo spirito di resilienza Diano Marina è potuta rinascere dalle macerie e appare oggi come una città ricca di colori e di meraviglie nuove, dove tuttavia non mancano le testimonianze antiche.
Da non perdere
L'evento che più di tutti simbolicamente richiama la rinascita della città di Diano Marina è l'infiorata del Corpus Domini. Oltre 2 mila metri quadrati delle vie del centro vengono coperte da un milione di petali colorati che, sapiente e pazientemente disposti, vanno a costituire figure religiose ed eucaristiche. Non è solo una rappresentazione religiosa, ma un simbolo fondamentale per i Dianesi, un'apertura verso la stagione del sole, verso la bellezza. Una capacità straordinaria che hanno i fiori quella di rinascere nonostante tutto.
Un po' di storia
Tornando indietro dal molo ci avviciniamo al Cannone di Diano, simbolo della difesa marina della città dalle incursioni barbaresche nei secoli addietro, ancora puntato verso l'orizzonte, come monito in ricordo delle imprese compiute. Poco più in là, fra le folte chiome di due imponenti alberi, si staglia l'imponente facciata della Chiesa Parrocchiale di Sant'Antonio Abate, l'edificio sacro di maggior interesse storico. Nel centro, il Museo Civico e il Teatro Politeama Dianese, principale luogo di aggregazione dopo il terremoto del 1887.
Curiosità
Tra le 7 fasi costruttive della chiesa di Sant'Antonio Abate, la più rinomata è quella avvenuta fra il 1862 e il 1865, compiuta per permettere di accogliere più fedeli. Consacrata poi l'11 maggio del 1873 e completato il campanile l'anno successivo, finalmente, nel febbraio del 1887, il pittore savonese Lazzaro De Maestri stava ultimando le decorazioni artistiche delle volte, quando il terremoto danneggiò irreparabilmente l'intera sua opera. Nonostante tutto, con immenso spirito di resilienza, dopo soli 8 mesi, la chiesa fu riaperta al pubblico.
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