SHARRYLAND
Cimitero monumentale della Certosa di Bologna
Dove la memoria civica riposa nel labirinto dell'arte
Dov'è
Cos'è e dov'è
A pochi passi dalle porte di Bologna si trova un museo a cielo aperto. Ma non è caduto nessun soffitto né si tratta della solita frase con cui liquidare le belle città italiane. Per due secoli gli artisti bolognesi si sono davvero dati appuntamento al Cimitero monumentale della Certosa, una città del ricordo che è divenuta uno specchio della vita culturale della città presente.
Perché è speciale
Su trenta ettari si estende oggi un incastro di luoghi che per nominare tutti serve un dizionario: chiostri, cripte e logge che portano all'infinito il numero dei luoghi possibili nella Certosa. Perché ad ogni nicchia si deve un pensiero diverso e non c'è un angolo che accolga la polvere allo stesso modo di quello suo speculare, all'altra parte del campo, sotto una volta simile ma su cui sono stampati altri nomi. In questo cimitero si può praticare con scrupolo l'esercizio (ormai nostalgico) di perdersi (come qui fecero Chateaubriand e Byron prima di noi).
Da non perdere
Sul Chiostro III uscivano i monaci cinquecenteschi per recarsi nell'adiacente chiesa di San Girolamo: tre secoli più tardi le campate del portico sono tappezzate di pitture funerarie, un unicum nel panorama europeo, che insieme alle grandi statue di stucco ci portano in una passeggiata nel Neoclassicismo. Liberty sono invece le due statue che sembrano danzare verso il cielo sul loro sfondo blu, nel monumento di Rizzoli nella cella Magnani, lì accanto. Poco più in là, il Chiostro VI è dedicato, dagli anni Venti, ai Caduti della Grande Guerra. Dal decennio successivo, però, questo monumento ipogeo è dirimpettaio del memoriale ai Martiri Fascisti. I Partigiani preferirono un altro cortile.
Un po' di storia
Quando Napoleone soppresse la trecentesca Certosa di San Girolamo, la Commissione di Sanità del Dipartimento del Reno individuò in questi ariosi spazi alle pendici del Colle della Guardia il luogo perfetto per fondare il maggiore cimitero di Bologna. Dalla sommità del colle, il Santuario di San Luca allacciava la città col cordone ombelicale dei portici, che iniziavano in via Saragozza e toccavano il perimetro della Certosa, all'interno del quale il nuovo simbolo cittadino non ha smesso di evolversi dal 1801 ad oggi.
Curiosità
Un maestoso sarcofago squadrato reca il nome di Giosue Carducci nel campo omonimo. Ma non tutti gli eroi sono fasciati dal marmo. Lo avrà pensato di sicuro anche il mitico Lucio Dalla, dalla leggerezza della silhouette in bronzo davanti alla sua tomba. E con lui Joe Cassano, il volto migliore del rap bolognese, tragicamente scomparso nel 1999 e qui sepolto. Anche se cambia la poesia, i poeti continuano a riposare assieme.
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