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Chieuti e la chiesa di San Giorgio Martire
Una piccola isola orientale tra gli Appennini e l'Adriatico
Dov'è
Cos'è e dov'è
Tra il mare e i monti del Subappennino Dauno si trova Chieuti, l'antica Qefto. È un centro urbano di piccole dimensioni, conta solo 1566 abitanti, e la sua struttura fa pensare proprio a quei paesini dove si conoscono tutti. Il nucleo principale degli edifici infatti, si sviluppa nella parte più alta della città, raccolto intorno alla chiesa del paese. Passeggiando per le sue strade si sente un dialetto particolare, ed anche alcuni profumi possono apparire piuttosto inconsueti... La chiave del mistero è proprio la chiesa, che ci racconta qualcosa in più sulle origini del paese.
Perché è speciale
Proprio la chiesa, intitolata a San Giorgio Martire, ci racconta qualcosa in più sulle origini del paese. Questo nome, infatti, si trova spesso in insediamenti arbereshe, anche se il Giorgio al quale gli esuli albanesi ritornano con la memoria non è proprio il santo. Si tratta invece di Giorgio Castriota Scanderbeg, principe ed eroe albanese. La popolazione attuale discende da alcune famiglie di migranti in fuga verso Occidente dagli Ottomani, e la lingua e la cultura locale mantengono vive le tracce di queste origini.
Da non perdere
La chiesa cattolica San Giorgio Martire fu fatta costruire nel XVI secolo. Una delle opere più importanti conservate al suo interno è una tela che raffigura San Giorgio e il drago, opera del 1740 di Alessio D'Elia, autore anche della tela ritraente la Madonna del Carmine, collocata poco distante. Ma al sacro si accompagna sempre il profano, e per questo è bene non tralasciare di immergersi nelle tradizioni chieutine arbereshe, ascoltando i suoi abitanti, i suoi canti e le sue poesie tradizionali, o assaggiando i suoi piatti tipici come la tepsi, o la gjimaveja.
Un po' di storia
Chieuti è stata fondata nella stessa area dell'antico insediamento di Cliternia Frentana tra il 1461 ed il 1470 da immigrati albanesi. Grazie agli ottimi rapporti tra Aragonesi e Scanderbeg, i suoi abitanti furono favorevolmente accolti nel Regno di Napoli. Chieuti, infatti, fa parte di un'area che, partendo da Casalvecchio di Puglia (arbereshe anch'essa) si estende fino al basso Molise, tra le comunità arbereshe di Ururi, Montecilfone, Portocannone e Campomarino. In età più recente è stata feudo dai Gonzaga, famiglia molto importante in Alto Tavoliere, de Guevara, Maresca D'Avalos e Carafa.
Curiosità
Potrebbe capitare mentre siete qui, di ascoltare frasi riferite alla «carrarese», o magari trovare qua e là qualche testimonianza, come delle fotografie, o qualche cimelio. Si tratta di una tradizione che è caduta in disuso solo pochi anni fa, ma che era molto cara all'animo dei cittadini: la corsa dei buoi. Era un evento molto atteso nell'ambito di festeggiamenti in onore di San Giorgio che andavano dal 21 al 24 di aprile.
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