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Dov'è
Cos'è e dov'è
La chiesa di San Vincenzo in Castro sorge su un sito storico, accanto ai resti del Castel Domino di Pombia, e proprio sulla base di un torrione di difesa, poggia il campanile. Anche se non esiste una datazione certa delle origini della chiesa, lo stile è romanico: la muratura è costituita da pietre e pezzi di recupero uniti da malta e presenta archetti pensili sulle pareti laterali e in facciata sotto la linea di gronda. Proprio la facciata, con struttura a salienti, è ampiamente nascosta dal possente esonartece e mostra la tipica ripartizione basilicale con tre navate.
Perché è speciale
L’interno è stato per la quasi totalità stravolto in epoca barocca. Fortunatamente, non tutto è andato perduto: resistono ancora in controfacciata alcuni frammenti di un Giudizio Universale con angeli nel registro superiore, Cristo giudice in mandorla, i quattro Apostoli e nel registro inferiore, un gruppo di eletti. Di grande effetto la tavola cromatica nei toni del rosso e del giallo, che ne fanno un unicum in provincia di Novara.
Da non perdere
Il grande esonartece, costruito dopo la chiesa, si alza su due piani con possente pianta quadrata. Il vano superiore presenta una cappella affrescata con motivi da riferirsi all’oltretomba: il gallo, simbolo della vigilanza, il pavone per l’immortalità dell’anima, una chimera a tre teste, e una fiera dal corpo maculato. Sopra di loro, una figura, forse un angelo. Si muovono tra palmette e ciuffi d’erba, simbolo di speranza e vita eterna. Secondo alcuni studi questo luogo poteva essere una cappella espiatoria, dove venivano celebrate funzioni in onore di Litulfo, figlio di Ottone il Grande.
Un po' di storia
Il territorio di Pombia è ricco di testimonianze legate alla Cultura di Golasecca, ai celti, ai romani, ai longobardi e, nel periodo medievale, ai franchi con i Conti di Pombia, la famiglia feudataria che prese possesso del borgo nel X-XI secolo, diventato poi dei Conti di Biandrate. Pombia fu sede comitale e centro giurisdizionale del novarese e seguì le vicende del ducato di Milano, dei Visconti e poi degli Sforza; in seguito passò ai Nibbia e ai Borromeo, di cui esiste ancora oggi un bel palazzo (XV secolo). Dal XVII secolo fece parte del feudo dei Caccia e in seguito di quello dei Ferreri.
Curiosità
Nella sezione archeologica del Museo C. G. Fanchini di Oleggio è custodito uno dei pezzi più rari e curiosi ritrovati a Pombia e relativi alla cultura di Golasecca: un bicchiere in cui sono state trovate tracce di zuccheri da fermentazione, cereali e luppolo, tanto da rendere evidente che si trattasse di una birra, scura e ad alta gradazione. Il ritrovamento del vaso, contenuto in una tomba, costituisce la più antica testimonianza europea di produzione di birra.
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