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Meraviglia
Meraviglia  }  Luogo di culto

Chiesa di San Francesco a Bevagna

Sembra volersi avvicinare al cielo, questa chiesa che custodisce una reliquia francescana

Dov'è

Umbria

Vicolo S. Francesco, 13, 06031 Bevagna PG, Italia (224m s.l.m.)

Indicazioni stradali
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Cos'è e dov'è

Nella parte più alta del borgo di Bevagna, a 225 metri sul livello del mare, si erge la Chiesa di San Francesco. Per poter ammirare la sobria facciata in stile francescano, si deve affrontare una lunga scalinata, fino ad incontrare l’ingresso alla chiesa, costituito da un portale polistilo e da capitelli arricchiti da elementi fogliari.

Perché è speciale

Dopo aver visto l’aspetto originario della chiesa, quello più umile e semplice, ci si sente catapultati in un’altra dimensione quando, all’interno, si scoprono i tocchi raffinati e ricercati scaturiti da un profondo restauro avvenuto nel 1756. La chiesa si compone di una sola navata e di due Cappelle laterali, ovvero la Cappella di Gisberto Ciccoli e quella dedicata alla Madonna di Loreto, presumibilmente attribuita all’architetto Galeazzo Alessi.

Da non perdere

La chiesa è nota per la presenza della pietra su cui San Francesco si posò durante la sua predica agli Uccelli in località Pian d’Arca. Si narra che la sua voce soave e i suoi modi delicati avrebbero estasiato i piccoli volatili al punto tale da far sì che tutti rimanessero ad ascoltare le sue parole e che nessuno volasse via. La pietra è custodita nella Cappella della chiesa vicino all’altare all’interno di una grata protettiva.

Un po' di storia

È possibile ricondurre le sue origini alla fine del XIII secolo, precisamente al 1275, anno in cui ne vennero poste le basi su un oratorio precedentemente realizzato in onore di S. Giovanni Battista. La sua posizione sopraelevata rispetto all’abitato, però, unitamente ad alcuni ritrovamenti sul posto, fa pensare che prima ancora dell’oratorio, proprio qui sorgesse un tempio romano.

Curiosità

La pietra è il tesoro più suggestivo della chiesa, ma non è il solo. Una menzione particolare meritano anche i dipinti degli artisti Dono Doni (inizi 1500- 1575), una Pietà del suo seguace Ascensidonio Spacca detto Il Fantino (1560-1646) e l’opera «Immacolata, Trinità e Santi» anch’essa di Spacca. Soprattutto, però, risulta di particolare bellezza la volta della cupola di una delle cappelle, impreziosita dalla terracotta invetriata o maiolica. L’utilizzo di questa tecnica da parte degli artisti richiamava all’epoca un senso di spiritualità e di sacralità che ben si addiceva alla peculiarità di questo luogo di culto.

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Un luogo imperdibile per chi voglia seguire le orme di San Francesco, o un punto di vista diverso su uno splendido borgo per chi voglia cambiare prospettiva.

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