Castello di Vulci e Museo Archeologico
Una rocca antica, resti etruschi e romani e la Tuscia Viterbese
Dov'è
Cos'è e dov'è il Castello di Vulci
In provincia di Viterbo, verso il confine tra Lazio e Toscana, c'è un luogo che incanta: il Castello di Vulci, conosciuto anche come Castello della Badia. Immagina: la campagna della Tuscia Viterbese, la vegetazione bassa ma fitta, le colline e il fiume Fiora che serpeggia nella valle. Fra le rocce, in contrasto con i colori dolci della natura, spunta la massiccia mole scura del castello, con le sue cinque torri, una più alta e le altre inglobate nelle mura difensive, circondato da un fossato che ancora oggi è pieno d'acqua.Vicino al castello si scorge la sagoma di un ponte in pietra che attraversa il Fiora. Una veduta magica.
Perché è speciale: il museo archeologico di Vulci
È arrivato il momento di entrare: ci si ritrova nel cortile del castello e qui comincia l'avventura. Intorno a noi ci sono statue o elementi architettonici che vengono dall'area circostante, il Parco Naturalistico e Archeologico di Vulci, ricco di rovine romane ed etrusche. Molti dei reperti etruschi, romani e greci ritrovati nelle campagne di scavo sono raccolti proprio nelle imponenti sale del castello, dove è allestito il Museo Archeologico di Vulci, creando un racconto avvincente di secoli di storia, dall'Età del Bronzo al III-II secolo a.C.
Da non perdere: il ponte del diavolo
Questo ponte a schiena d'asino, dall'arco alto e ampio, attraversa il fiume Fiora da secoli, perfino da prima che fosse costruito il castello. Non attraversarlo di fretta, ma prenditi un momento per ammirarlo: furono i romani a costruirlo, inizialmente doveva solo sostenere l'acquedotto per l'antica città di Vulci, ma fu poi rinforzato per consentirgli di reggere il passaggio di persone e mezzi. Come il castello è costruito in tufo ed è di colore scuro, diventando un elemento affascinante nelle foto che vengono scattate qui.
Un po' di storia
I due nomi del castello richiamano due fasi importanti della storia della zona: Vulci è l'antica città etrusco-romana che sorgeva qui, mentre la «badia» fa riferimento alla scomparsa abbazia dedicata a San Mamiliano, sulle cui rovine venne costruito il castello. Oggi come un tempo, questa è un'area di confine: tra il Lazio e la Toscana, tra il Regno Papale e il Granducato di Toscana. La costruzione di una fortezza qui non sorprende, e neanche le continue contese e passaggi di proprietà. Oggi il castello è proprietà dello Stato Italiano e dal 1975 ospita il museo archeologico.
Curiosità: il diavolo e il fantasma
Il ponte del diavolo prende il suo nome da quello che, secondo la leggenda, ne fu l'artefice. Il demonio in persona l'avrebbe costruito in una notte sperando di poter prendere l'anima del primo che lo avesse usato. Sfortunatamente per lui, gli abitanti del posto fecero inaugurare il ponte da un animale. Ma il diavolo non è l'unico a essere temuto su queste sponde: pare ci sia anche un fantasma, quello del temibile brigante Luciano Fioravanti, ucciso nel 1900. È così che questo angolo di Tuscia Viterbese si conferma essere un luogo di incredibile bellezza, storia antica e magia.
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