SHARRYLAND
Bramezza, un antico e seminascosto villaggio dolomitico
Cosa ci fanno qui i turchi?
Dov'è
Cos'è e dov'è
Sapevate che esiste un villaggio raggiungibile solo a piedi, fatto di antiche case del XVI-XVIII secolo, nascosto nel bosco e sospeso sopra il Lago di Alleghe, davanti alla mirabile parete del Civetta? E che secondo una leggenda questo villaggio fu costruito… dai turchi?
Perché è speciale
Bramezza è un villaggio misterioso, oggi quasi completamente abbandonato. La strana conformazione delle abitazioni e dei comignoli, che richiamano vagamente motivi architettonici orientali, ha fatto nascere una leggenda, legata ad un possibile utilizzo nel passato come colonia penale della Serenissima. Secondo quanto si dice, dopo la battaglia di Lepanto i Veneziani avrebbero confinato alcuni prigionieri turchi in questa remota zona delle Dolomiti per farli lavorare nella produzione di carbone con cui alimentare i forni fusori dell’Agordino e nell’approvvigionamento di legname.
Un po' di storia
Costituita da abitazioni che architettonicamente denotano una certa ricchezza e cura, prerogativa dei centri abitati più importanti situati in genere a fondo valle, la località era in realtà certamente abitata già dal 1100 d.C. e alcuni documenti lo testimoniano. La ragione della strana conformazione di queste architetture, caratterizzate da ballatoi in legno e tipici "fogher" (stanze circolari con panca attorno al camino, che sporgono dal filo murario) è dovuta alla presenza di antiche miniere di rame nelle vicinanze. Si tratta perciò di una tipica tipologia multifamiliare, analoga a quella che si ritrova in altri antichi villaggi minerari dell’Agordino, del Livinallongo e della Val Zoldana.
Curiosità
La permanenza dei Turchi a Bramezza si rifletterebbe nello strano aspetto delle abitazioni della frazione, nonché, si dice, nei tratti somatici mediorientali che qualche alleghese e rocchesano ancora presenterebbe. Queste dicerie, molto interessanti peraltro, anche se prive di fondamenti storici, sembrerebbero supportate anche dalla presenza del toponomio “Caracoi” nei due abitati posti sotto Bramezza, nome che ha un’innegabile somiglianza con il turco “Kara Koy“, ovvero “villaggio nero“.
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