Dov'è
Cos'è e dov'è
Il borgo è una piccola frazione di Partinico, in provincia di Palermo, che prende il suo nome particolare dall’insediamento avvenuta nel XVI secolo di una comunità di preti del Noviziato di Gesù di Palermo, infatti, traducendo la parola siciliana «parrini» significa «preti». Oggi, però, quello che si vede qui ha poco a che fare con i preti o con i classici borghi antichi e rurali: colori squillanti, linee sinuose e un’attenzione ai dettagli invidiabile esprimono una incontenibile gioia di vivere e di voglia di esotico.
Perché è speciale
Quando ormai il borgo era quasi disabitato, un imprenditore e i pochi residenti hanno deciso di scatenare la loro inventiva. Hanno ristrutturato alcune case prendendo ispirazione dall’opera di Antoni Gaudì a Barcellona, trasformando Borgo Parrini in una sorta di set caleidoscopico dove è impossibile resistere alla tentazione di mettersi in posa e scattarsi una foto memorabile! La ristrutturazione non si è concentrata solo sulle case, ma anche sulle stradine e i vialetti: ovunque regnano le linee curve e le composizioni «a mosaico» fatte con pezzi di piastrelle sulle pareti, e pietre sulle pavimentazioni.
Da non perdere
Grazie a questo progetto il borgo si è affacciato su una nuova vita, richiamando turisti e curiosi. Tuttavia, girare estasiati tra le sue stradine non è l’unica attività piacevole che potete fare. Perché per esempio, non immergersi nella vita dei suoi abitanti? Tra il caffé letterario, l’associazione culturale locale e gli inebrianti cibi che la cucina siciliana offre generosa, c’è l’imbarazzo della scelta. Dicono che sia una buona idea cominciare con «u pani ri parrinari», il tipico pane del luogo che si può trovare nei panifici del borgo.
Un po' di storia
Nato tra il ‘500 e il ‘600, Borgo Parrini è stato segnato dalla presenza dei Padri Gesuiti del Noviziato di Palermo che comprarono delle terre in alcuni feudi delle zone a nord est del territorio di Partinico. Intorno alla metà dell'800 i terreni passarono sotto il dominio del principe francese Henry d'Orleans duca d'Aumale, che creò un dormitorio per gli operai impiegati nella sua azienda vitivinicola per produrre e commercializzare il Moscatello dello Zucco. Il progetto di ristrutturazione del borgo, invece, è figlio dello spopolamento delle zone rurali che qui ha raggiunto uno dei suoi picchi massimi durante gli anni ‘70 del Novecento.
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