SHARRYLAND
Dov'è
Cos'è e dov'è
Arrivare a Gesualdo è fare un viaggio nel tempo, in un posto incantato, immergendosi in un’atmosfera rinascimentale. Dalla strada che conduce a Gesualdo, già in lontananza si riesce a scorgere il profilo del paese e del castello che domina il paesaggio. È piazza Neviera che dà inizio al racconto di questo meraviglioso posto. Qui si erge maestosa la chiesa del SS Rosario con annesso il monastero dei Domenicani, luogo di culto e protagonista della tradizione tanto amata dal popolo di Gesualdo. Intrapresa la strada che porta al castello ci si sofferma per ammirare il paesaggio di immane bellezza e ci si riempie l’anima di serenità.
Perché è speciale
Quello che si snoda ai piedi del castello di Gesualdo come un presepe è un borgo fermo nel tempo, caratterizzato da giardini pensili e armoniosi loggiati che degradano in modo grazioso verso sud-est e rendono suggestivo nel complesso tutto l'abitato. I vicoletti attraversando il borgo antico a forma di ventaglio, e portano ad antichi palazzi signorili di intatto splendore. Tra questi spiccano i Palazzi Pisapia e Mattioli collegati tra di loro, arroccati ai piedi del castello.
Da non perdere
L’ultima domenica di agosto si svolge il «Volo dell'Angelo». Su una fune di acciaio, tesa fra il torrione del Castello e il campanile della chiesa del S.S. Rosario, viene sospeso un bambino vestito da Angelo, che a metà del suo percorso incontra un altro attore travestito da diavolo spuntato da un palco come se venisse dagli inferi. Il dialogo tra i due ha una trama fissa a cui ogni anno si aggiungono note di attualità e rappresenta l'eterna lotta tra il bene e il male. Conclusa la recita, l'Angelo completa il suo volo fino alla Chiesa. In serata c'è «Il Ritorno dell'Angelo», non prima di aver benedetto tutti i festanti tra l'emozione di grandi e piccini.
Un po' di storia
Tra il XV e XVI secolo, il Principe Carlo Gesualdo da Venosa ospitò i suoi illustri contemporanei che si erano distinti nel campo delle arti, creando un cenacolo di intellettuali tra cui spicca il nome di Torquato Tasso. Qui si raccoglievano strumenti musicali unici e venivano raccolti dipinti di rilievo tra cui «Il Salvatore» di Caravaggio, oggi disperso. Dunque, nel castello di Gesualdo a quel tempo c'era una magnifica corte unita attorno all'arte del suo magnifico, introverso e sfortunato Principe. Nel tempo, questo posto fu meta di pellegrinaggi artistici, come quello fatto da Igor Stravinsky.
Curiosità
La chiesa di Santa Maria delle Grazie conserva la testimonianza di un terribile fatto di sangue. A parlarcene è la «Pala del Perdono» di Giovanni Balducci. L’artista rinascimentale rappresenta il Principe Carlo e suo zio San Carlo Borromeo in preghiera davanti a Dio per chiedere perdono dell'uxoricidio commesso. Nonostante la sua bellezza, l’opera non fu sufficiente per ottenere il sospirato perdono, e il Principe non poté mai trovare pace.
Per organizzare il viaggio
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