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Dov'è
Cos'è e dov'è
Per molti è una fortezza, perché appena arrivi sei accolto da un... ponte levatoio! Ma così era, in effetti, e non si parla solo di una fortezza della fede. Le opere d'arte, i beni conservati nell'Abbazia e accumulatisi nei secoli ne fanno uno scrigno prezioso, che si arrampica sulla collina cretosa e quasi sembra spiccare il volo. Chiamato Monte Oliveto dal suo fondatore, San Bernardo Tolomei, richiama l'Orto dei Getsemani e la Passione di Cristo, alla base della fede di questo nuovo ordine, anzi di questo sottordine dei benedettini, chiamato appunto Ordine Olivetano.
Perché è speciale
Siamo fuori dal mondo, e si capisce bene come mai Bernardo, al secolo Giovanni, e di suoi amici fossero venuti qui da Siena per cercare un po' di pace e la possibilità di pregare e meditare fuori dal circo della vita quotidiana. Ma ben presto arrivarono altri discepoli: nel 1319 nacque il cenobio, che nel giro di pochi anni si è diffuso in tutta Italia, portando qui anche donazioni e opere d'arte. Il suo Chiostro affrescato e il coro ligneo intarsiato sono due gioielli del Rinascimento italiano, indubbiamente.
Da non perdere
Il coro realizzato a tarsia lignea da fra Giovanni da Verona e porta a Siena tutte le novità dell'arte e della pittura veneta del Mantegna, con una cura prospettica quasi inarrivabile, ed una maestria unica nel creare effetti pittorici senza mai usare il pennello. Anche se questo coro non fu pensato per Monte Oliveto, ma per un altro monastero. Quello originariamente destinato a questa chiesa adesso è...beh, non possiamo svelarvi tutto.
Un po' di storia
All'inizio piccolo oratorio, dal '400, è una chiesa ampia e riccamente decorata. Insieme alla chiesa cresceva il monastero, e a fine '400 si decise di decorare il Chiostro Grande con scene della vita di San Benedetto, il fondatore dell'ordine Maior: prima Luca Signorelli, di Cortona, poi Antonio Bazzi detto il Sodoma, di Vercelli, realizzano un capolavoro che è sintesi storica fra Rinascimento e inizio della Maniera Moderna.
Curiosità
Perché furono due artisti a dipingere il chiostro? Il Signorelli dipinge una sola parete, sarà appunto il Sodoma a finire il lavoro. Quando Luca accettò la commissione, stava aspettando la conferma di un incarico più prestigioso, la cappella di San Brizio al Duomo. Non essendo ancora certo sul futuro, chiese ai frati di essere pagato a scene, non a mesi, e scelse la parete dove sapeva avrebbe lavorato più velocemente. Così quando arrivò la conferma dell’altra commissione, poté facilmente svincolarsi dai frati dopo aver dipinto sei scene e aver reso fruttuosa l’attesa. Una mossa davvero furba!
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