SHARRYLAND
Abbazia dei Santi Nazzario e Celso
L'abbazia fortificata culla del borgo di San Nazaro Sesia
Dov'è
Cos'è e dov'è
Le mura merlate e le torrette angolari possono trarre in inganno chi si avvicini per la prima volta a questo luogo. Man mano che si procede si comincia già a fantasticare di dame e cavalieri, ma c’è qualcosa che disturba questa immagine: la torre più alta, anche se apparentemente fortificata, è un campanile.
Perché è speciale
In realtà non è solo il campanile a rompere l’inganno: da sopra le mura fa capolino una facciata a capanna rivestita in cotto e abbellita da un elegante rosone. Si tratta della facciata della chiesa che insieme ad altri ambienti, costituisce il più importante complesso abbaziale fortificato del novarese. Proprio la facciata, una volta ammirata nella sua interezza, si presenta come un significativo esempio di architettura gotica lombarda.
Da non perdere
Uno degli spazi più suggestivi è il chiostro. Da sempre luogo di serenità e riposo, è stato impreziosito lungo i suoi portici dal ciclo di affreschi tardo quattrocenteschi, di autore ignoto, rappresentanti un centinaio di episodi, di cui molti ben conservati, della vita di San Benedetto da Norcia. Insieme agli affreschi dell’interno della chiesa, le raffigurazioni del chiostro costituiscono un’importante testimonianza della pittura del XV secolo nel territorio novarese.
Un po' di storia
Questo complesso fu fondato nel 1040, dal vescovo di Novara Riprando appartenente alla prestigiosa famiglia dei Conti di Biandrate. Poiché localizzato in una posizione nevralgica, il complesso abbaziale fu fortificato con mura di cinta, realizzate a partire dal XIII secolo. Successivamente nel corso del XV secolo è stato oggetto di ampliamenti e ricostruzioni.
Curiosità
La costruzione più antica del complesso potrebbe essere il campanile. Pare infatti, che la prima pietra posata nel 1040 facesse proprio parte della sua base. Quello che è certo è che se gli si gira intorno aguzzando la vista, si può scoprire una pietra che, a rigor di logica non dovrebbe trovarsi lì: il frammento di un sarcofago romano, uno dei reperti più antichi dell’abbazia, usato come materiale di riciclo. Incredibile, non è vero?
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