A Piano Rancio tra storia e leggenda

Pietra Calvarone a Lezzeno

I massi erratici di Piano Rancio

I massi erratici del Triangolo Lariano, concentrati intorno alla zona di Piano Rancio, hanno dei nomi talvolta molto evocativi: Pietra Lentina, Luna e Sole a Bellagio, Pendula a Torno, Nairola a Blevio, Sass de la Prea a Canzo, Sasso Calvarone a Lezzeno e così via; Quasi tutti hanno una storia da raccontare, ed alcuni sono stati anche dichiarati monumenti nazionali dalla regione Lombardia.

La Pietra Lentina ha una lunghezza impressionante di 30 m. È scavata da piccole cavità, che un'antica tradizione popolare interpreta come il segno di palle infuocate lanciate per divertimento sopra la roccia da diavoli burloni. Storicamente è stata usata come termine di confine tra i terreni dell'Abbazia di S. Ambrogio (Civenna e Limonta, oggi Bellagio e Oliveto Lario) e la Comunità di Bellagio: possiamo infatti individuare due incisioni ad angolo (il confine) accompagnate da lettere e numeri.

Pietra Lentina a Bellagio

La Pietra Luna è così chiamata per una grande incisione a forma di mezzaluna, che la leggenda dice sia l'impronta della mano del diavolo. In verità sembra essere un'iscrizione accompagnata dalla sigla PLDB (Pietra Luna) e da date che sancivano i termini di confine sempre tra l'Abbazia e la Comunità. DB potrebbe significare Di Bellagio, oppure, Donarini Buttafava, dal nome della nobildonna proprietaria del monolite. La Pietra Sole riporta una magistrale incisione a forma di sole datata fine 1800. Le prime due sono state dichiarate nel 1984 monumenti naturali della regione Lombardia.

Il sentiero dei Grandi Trovanti

Può capitare di incontrare un masso erratico durante una camminata, ma se si vuole avere la certezza di vedere i più suggestivi, la cosa migliore da fare è percorrere il «Sentiero dei grandi trovanti» che partendo da Civenna porta a Magreglio in circa 3 ore attraverso borghi, boschi e pascoli. Il primo masso che si incontra è la Pietra Lentina, considerata il più grande erratico del Triangolo Lariano. Si arriva poi alla Pietra Luna e lì vicino alla Pietra Sole.

Vista su Civenna

Giganti e trovatelli

Questi enormi massi sono definiti erratici o trovanti. L’origine di questo secondo nome fa sorridere, perché risale ad un termine che, nell’immaginario collettivo, associamo a dei fragili neonati, piuttosto che a grosse ed antiche pietre. Spiega nel 1949 il geologo Giuseppe Nageroni: «Non si tratta di prodotto locale, ma allogeno. Di ciò si è reso conto da secoli il più modesto popolo brianzolo, che ha dato a tutti questi massi l'appellativo generico di «trüant», trovanti, quasi fossero trovatelli, figli abbandonati dai genitori dopo che li hanno portati ben lontano dal luogo natio.»