LO ZEN E L’ARTE DELLA MANUTENZIONE DELLA MOTOCICLETTA
Chi non ha mai cavalcato una Harley-Davidson (come me che si è fermato ad un pratico 125) non può capire come questa esperienza ti trasforma completamente dopo che hai macinato migliaia di chilometri percorrendo l’Europa e parte d’Italia. E neanche se provi a chiederlo ad un Biker dell’European HOG Rally appena arrivato di come sia andata; lui ti guarda, e senza dire niente, ti fa un sorriso beato che esprime qualcosa di indescrivibile e aggiungerei di spirituale. E allora ripieghi sulla letteratura. Molti anni fa lessi un bellissimo libro di Robert M. Pirsig “Lo zen e l’arte ella manutenzione della motocicletta” scritto nel 1974 che racconta una sua grande avventura, a cavallo di una motocicletta, dal Minnesota al Pacifico in compagnia del figlio. L’autore si chiede: qual è la differenza fra chi viaggia in motocicletta sapendo come la moto funziona e chi non lo sa? In che misura ci si deve occupare della manutenzione della propria motocicletta? Mentre l’autore guarda smaglianti prati di fiori di lino che si perdono a vista d’occhio si dà una risposta: c’è uno spirito che dimora negli ingranaggi di una moto e che rivela la sua presenza attraverso impercettibili vibrazioni. Risposta curiosa, che a pensarci bene rivela qualcosa di speciale. Un rapporto simbiotico tra uomo e mezzo meccanico diverso da quello di un fantino e il suo cavallo quest’ultimo più facilmente immaginabile. Qui la tecnologia, spesso incompresa o disprezzata quando ci troviamo di fronte a guasti improvvisi, acquisisce un significato diverso e che ci interroga quanto effettivamente conosciamo i meccanismi e i processi che fanno sì che una motocicletta faccia migliaia di chilometri senza fermarsi mai. IL SUCCESSO DI UN BIKER DELL'EUROPEAN HOG RALLY NON SI FONDA PERTANTO SUL FATTO CHE SIA ARRIVATO A SENIGALLIA MA COME CI SIA ARRIVATO